Viviamo in un periodo storico nel quale il potere è sempre più nelle mani di pochi e sempre meno libertà sono concesse al popolo. Da questi presupposti parte lo sfogo di Meluzzi: “Stiamo attraversando una fase complicata e delicata, nella quale evidentemente abbiamo dei problemi nell’affermare i nostri valori di fronte a un regime potentissimo, terribile, crudele, violento che ci vuole sottomettere e che si riunirà a #Davos nelle prossime 48 ore. Bene, questi spietati personaggi vogliono ridurci ad un algoritmo completamente controllabile per via tecnologica e noi stiamo dicendo che la fragilità del sistema rende tutti i sistemi iper pianificati fragili. Loro hanno bisogno di un sistema talmente iper pianificato che la gente sia disponibile a mangiarsi i grilli e le cavallette che sono nocive, che hanno la chitina, che fanno venire il cancro con la loro merda all’interno. Però la gente è pronta anche a questo, perché loro non sanno che le tecniche di manipolazione consentono di creare un sistema nel quale la verità non conta più nulla. Conta soltanto quello che è il mainstream“.
Eppure Meluzzi resta fiducioso, infatti: “Perderanno perché hanno bisogno di una iper pianificazione che semplicemente non è possibile neanche dal punto di vista logico, neanche dal punto di vista algebrico, neanche dal punto di vista matematico, neanche dal punto di vista statistico, neanche dal punto di vista epidemiologico. Perderanno perché ce lo dice un grande personaggio, Carlo 5 V d’Asburgo, l’imperatore sul cui impero non tramontava mai il sole che andava dal Messico e dal Perù fino all’Elba, alla Germania e alla Russia fino ai confini del mondo slavo e che passò gli ultimi anni della sua vita dopo avere, dopo la guerra dei trent’anni, dopo Wallenstein, tutto il resto“.
Ma cosa diceva Carlo V? Meluzzi riporta una importante considerazione dell’imperatore: “Non sono riuscito a far andare in sincrono neanche 50 orologi, figuriamoci come avrei potuto pensare di far andare insieme in armonia tutti i popoli della terra”. Commenta allora Meluzzi “Su questo paradigma, su questo paradosso di Carlo 5.º crollerà a scialbe Davos“.