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Politica

Ufficialmente entrati nell’Eurozona: forse i fratelli croati non hanno ben capito cosa hanno fatto

Il nuovo anno si apre, tra l’altro, con una notizia che ha per protagonista la Croazia. Perché proprio la Croazia entra ufficialmente nella zona euro?
Ebbene sì, la Croazia ha scelto di adottare l’euro e di aderire dunque ai parametri fondamentali dell’Eurozona. A questo riguardo credo che ancor prima di spiegare cosa sia l’euro, che cosa sia l’Eurozona e che cosa comporti debbano valere le note parole del Poeta (“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”) questo ci sentiamo di dire con commozione e direi anche con cordoglio ai fratelli croati: lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Forse i fratelli croati non hanno chiaro fino in fondo che cosa significhi realmente abitare l’eurozona ed entrare nel modello unico neoliberale che ha per moneta l’euro e per religione quella del libero mercato. E allora proviamo sinteticamente a ribadire alcuni plessi teorici che riteniamo fondamentali per inquadrare la questione dell’euro al di là dell’ideologia dominante, quella che celebra l’Europa identificandola con l’Unione Europea, quella che celebra l’euro come la moneta che rende tutti più ricchi. O meglio, per per citare un famoso aforisma di Romano Prodi, con l’euro – si diceva – “guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno di più lavorando però un giorno di meno“.
Ben sappiamo di come la storia reale non abbia saputo nulla in realtà di quelle parole e abbia posto in essere una realtà ben diversa, a tal punto che chi ancora osasse dire con zelo e con ostinazione che bisogna essere pronti a “morire per Maastricht”, come titolava un libro di Enrico Letta oggi, difficilmente potrebbe essere preso sul serio.

In ogni caso, diciamolo apertis verbis, l’euro non è una moneta o non è principalmente una moneta, essendo invece un preciso metodo di governo neoliberale. L’euro, infatti, è una moneta privata e transnazionale, adottando la quale i paesi della cosiddetta eurozona si sono posti in una posizione di subalternità rispetto alla Banca centrale europea. Ciò comporta, oltretutto, il rovesciamento del canonico rapporto moderno tra Stato ed economia, quel rapporto in forza del quale lo Stato sovrano era superiore e non riconoscente, secondo la nota formula di Bodin, e che invece ora diventa subordinato a un’economia che essa stessa si pone come superiore.
Detto altrimenti, se la moneta è privata e appartiene alla Banca centrale europea, sono ora gli Stati dell’Eurozona a doversi indebitare per averla in prestito, cosicché sono gli Stati a dipendere da una banca, cosicché sono le politiche degli Stati a dipendere dalla voluntas dei banchieri.

Ecco, in sintesi, per quali ragioni non bisogna nutrire fiducia nell’euro e nelle sue presunte funzioni taumaturgiche. Ecco perché i fratelli croati scopriranno ben presto che cosa significhi realmente stare nell’euro. L’inganno è il medesimo per cui viene chiamata e celebrata come Europa quell’Unione Europea che ha una più attenta analisi si rivela esattamente un perverso capovolgimento dell’Europa e della sua storia. Analogamente, l’euro, che viene celebrato come trionfo del del benessere e del progresso, rappresenta esattamente l’opposto: viene utilizzato per abbassare i salari, viene utilizzato per fare politiche di classe a beneficio della plutocrazia neoliberale. Viene utilizzato, come già detto, per imporre il primato dell’economia finanziaria sulla politica. Insomma, l’Eurozona è una sciagura, non certo una conquista paradisiaca.

RadioAttività, con Diego Fusaro

Diego Fusaro

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