Il dibattito sulla reale definizione del concetto di “scienza” è da sempre al centro delle nostre vite. Lo è ancor di più dal 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Ora, però, a tenere banco, più nel dettaglio, sono le dosi avanzate dalla campagna vaccinale. Iniziano a essere diffuse voci, non appoggiate da dati, sul presunto desiderio della popolazione cinese di vaccinarsi con i prodotti occidentali, da tempo accumulatisi in sovrannumero nei frigoriferi delle nostre strutture sanitarie. A queste si aggiungono le voci di quelli che vorrebbero “smaltire” le dosi stesse tramite nuove vaccinazioni organizzate dalle regioni.
“L’importante è che vengano onorati i contratti stipulati da Ursula Von der Leyen con Bourla di Pfizer. Prima si parlava di dosi tenute a svariate temperature sotto zero, ora si autorizza la qualunque, anche l’uso di dosi scadute”, dice Alessandro Meluzzi. “Questa è la scienza, oggi: onorare i fatturati di questi signori, che altro vi devo dire? Dovrebbe essere una cosa con approccio sperimentale e metodologico chiaro, con approccio storico, nel senso che si aggiorna con il tempo, ma oggi è tutt’altro. Lo stesso modello a RNA è costruito su elementi del passato, non è più attuale. Non si teneva conto della trascrittasi inversa, che oggi è un concetto noto. Contrabbandano come scienza moderna teorie che 50 anni fa erano vere, oggi non più, ma siccome devono brevettare tali approcci questa oggi per loro è la “Scienza”. Comandano i soldi, comandano sempre gli stessi”.
“Nella mia esperienza di lavoro con Big Pharma ho realizzato che la massa dei lavori scientifici si divide in due”, aggiunge il prof. Alberto Contri. “Un 60% pubblica su riviste mediche articoli favorevoli al vaccino, tutti sponsorizzati. Per esempio, un pezzo di Bassetti sotto aveva 20 conflitti di interessi dichiarati. Un 40% è indipendente e critico, anche questa è scienza. Anche sul Wall Street Journal si sta iniziando a parlare di eventi avversi e simili, la verità sta venendo fuori, nonostante gli ostacoli. Anche i Twitter File di Elon Musk evidenziano che il governo americano ha legami strettissimi che limitano il pensiero critico”.