L’Europa prepara la nostra Caporetto: pronto il rincaro shock sul gas

Cattive notizie per le famiglie italiane. Sembrerebbe che la bolletta del gas salga del 23%, 23,3% nel mercato tutelato. L’Unione nazionale dei consumatori ha lanciato un allarme definendola una situazione da Caporetto. Perché l’aumento delle bollette del gas, pesa sulle famiglie e sulle imprese che sono costrette ormai ad affrontare dei costi energetici fuori controllo. È stato calcolato un aumento di circa 400€ sulla spesa annua delle famiglie, rispetto all’ultimo rincaro di novembre. Se a questi si aggiungono gli aumenti pari a 1434€ sulla luce, si arriva ad una stangata complessiva stimata nell’ordine dei 3.500€.

Un governo, quindi, che ha fatto molte promesse e che all’atto pratico sembrerebbe in difficoltà nell’affrontare questa emergenza, nel senso che non sembra che siano date le risposte ai reali bisogni del Paese e infatti si limita sostanzialmente a riciclare quanto fatto già dal più volte lodato governo Draghi, non rendendosi conto del suicidio nazionale che sta avvenendo davanti agli occhi del mondo politico che a quanto pare non sembra intervenire in modo efficace, per lo meno per ora. Insomma, se il Governo vuole salvare le tasche degli italiani e contemporaneamente la faccia deve adottare delle misure urgenti, deve intervenire sulle accise sui carburanti, deve intervenire sulla sterilizzazione dell’Iva sui generi alimentari, deve intervenire per frenare l’inflazione che sta diventando insostenibile per la famiglia e per l’impresa. Questa è un po la situazione economica di questi mesi.

Io credo che questa situazione sia legata fondamentalmente a una scelta politica che è stata fatta e di cui ho parlato tante volte: La scelta di stare in un mercato unico europeo che si è trasformato in un mercato politico. Ma il vero problema è che non c’è un’unione politica, ma una disunione e quindi queste misure urgenti che oggi dipendono dalla situazione internazionale, sono legate al fatto che il nostro Paese non è autonomo, ma è sempre legato a Bruxelles e ha un atteggiamento di sudditanza nei suoi confronti. Se vogliamo uscire da questa situazione non servono misure tampone sull’energia. Certo, oggi sono necessarie, ma serve ripensare completamente l’economia e soprattutto la politica di questo Paese.