Leggo sulla Stampa di Torino quanto segue: “Meloni cede via libera al MES. Giorgetti pronto a rassicurare Bruxelles“. “Esecutivo già al lavoro su un ddl“, scrive ancora La Stampa di Torino, “per arrivare alla ratifica entro un mese. Oggi l’esame dell’Eurogruppo“. L’articolo, uscito in data 16 gennaio 2023, è firmato Ilario Lombardo. Insomma, pare che il MES, infine, stia arrivando. Del resto l’avevamo inteso da molto tempo che sarebbe presto o tardi arrivato, con tutte le sue tragiche conseguenze, con tutti i suoi esiti da supplizio vero e proprio, in coerenza peraltro con ciò che l’Unione Europea promette e mantiene. L’Unione Europea, lo sappiamo, l’abbiamo detto infinite volte, non è altro se non la riorganizzazione verticistica del capitalismo nel quadro post 1989 e dunque coincide in ultima istanza con l’unione delle classi dominanti d’Europa contro le classi lavoratrici europee. Ecco perché il MES può essere chiaramente interpretato in questa chiave. Del resto, la tendenza generale del capitale è quella di far fare le riforme a proprio beneficio dalla parte politica, da cui meno le si potrebbero immaginare possibili. E così, negli ultimi anni il Capitale si è rivolto alle sinistre fucsia per attuare le proprie riforme, proprio come ora si rivolge alle destre bluette per attuare il MES, quello che le destre bluette avevano criticato e che ora, per ironia spietata della Storia, si troveranno costrette a fare. Proprio così. Alla luce di quanto abbiamo detto, il fatto che il partito e il governo a cui Giorgia Meloni fa riferimento si pieghino ora al MES è davvero evocativo e ci spiega come alla fine destra bluette e sinistra fucsia siano soltanto le due ali dell’aquila neoliberale, i due camerieri in livrea bluette a destra e fucsia a sinistra che in maniera zelante e ossequiosa prestano servizio di volta in volta al grande potere del capitale.
La cosa più goffa e sbalorditiva, converrete con me, è che questi guitti al governo si proclamino patrioti e addirittura abbiano il coraggio di richiamarsi a Dante senza averlo probabilmente mai compreso, se non addirittura mai letto. Il loro è un patriottismo di cartone, dacché sono semplici servitori di Washington, di Bruxelles e del capitale. A questo riguardo, lasciate che richiami en passant un punto decisivo, quello relativo al MES. Che cos’è il MES, il Meccanismo europeo di stabilità? In estrema sintesi, il MES è quel dispositivo infernale, letteralmente mortifero, in grazia del quale i paesi che lo adottano chiedono in prestito dei danari all’Unione Europea, per avere i quali non soltanto si indebitano, ma si impegnano a fare puntualmente le riforme che vengono chieste da Bruxelles. Ecco che quindi, con il MES, i Paesi che lo utilizzano non solo perdono, come già avvenuto con l’introduzione dell’euro, la sovranità monetaria, perdono anche, in pari tempo ora, la sovranità, di fatto, politica, dacché sono costretti a fare le riforme che vengono decise dai tecnocrati delle brume di Bruxelles. Ecco perché il MES rappresenta il non plus ultra dell’essenza di un’Unione Europea che altro non è se non l’interesse del capitale, che si abbatte come una scure sulle classi lavoratrici e sui popoli di tutta Europa. Ecco perché il governo di Giorgia Meloni, la destra bluette, neoliberale, atlantista, realizzando il MES, si rivela una volta di più coerente, proprio come la sinistra fucsia, al progetto del global capitalismo e del neoliberismo in salsa europea.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro