Sulla prima pagina de La Stampa, l’articolo di apertura titola così: “Lega e FI: niente jet all’Ucraina“. Sembra che ci sia un asse Salvini-Berlusconi per mettere i bastoni fra le ruote alla Meloni in senso anti Ucraino. Al momento comunque non sembra ci sia questa possibilità: la nostra aviazione dispone di modelli vecchi e i piloti ucraini avrebbero bisogno di un addestramento che non riuscirebbero a fare in questo momento. Nel frattempo l’atteggiamento di Zelensky verso i suoi alleati europei continua ad essere piuttosto ambiguo. Se da un lato elogia e si appella per un nuovo invio di armi, dall’altra non si è mai risparmiato critiche sferzanti.
Sulla prima pagina del Corriere, Massimo Gramellini commenta le dichiarazioni del Presidente ucraino a proposito dei commenti di Berlusconi: “Persino io che sono un grande sostenitore di Zelensky, trovo che abbia un atteggiamento un po’ fastidioso, fa la parte di quello a cui tutto è dovuto“. Il punto è che noi abbiamo improntato sull’emotività tutto il dibattito, e questo va bene quando devi motivare il popolo a sostenere una guerra. Zelensky sta continuando ad usare questa tecnica comunicativa, basata sull’adorazione per la sua persona e sulla contrapposizione fra bene e male. Il problema è che così ora non si considera più il discorso politico, ma è con le trattative che si risolve questa situazione.