È stata presentata nei giorni scorsi la proposta di legge finalizzata alla ratifica della riforma del Trattato del MES, assegnata in sede referenziale agli Affari esteri. Il primo firmatario è stato ovviamente l’onorevole Luigi Marattin, annunciando di essere stanco di questo Governo e dei suoi balletti, virgolette: “La legge di ratifica del MES l’abbiamo presentata noi, ma io non ne sarei orgoglioso e ne chiederemo la calendarizzazione”. Bisogna dire che la proposta dell’onorevole Marattin e dei suoi colleghi è invecchiata piuttosto male. È stata presentata il 16 dicembre. Il 5 gennaio è stata smontata pezzo per pezzo dal professor Giavazzi, che ha affermato per iscritto anche che l’effetto salvifico del MES è del tutto illusorio in quanto segnala ai mercati la difficoltà del Paese e finisce per aizzare la speculazione invece di fermarla.
Cose peraltro che io vi dico da anni, ma mi fa piacere che finalmente anche il professor Francesco Giavazzi dica e scriva queste cose seminando instabilità. Capite noi stiamo per fare una roba che dovrebbe salvarci dal default e che invece serve per accelerare il default, inasprendo alcuni aspetti vessatori tra cui l’impossibilità di accedere alla cosiddetta linea di credito precauzionale. Ora nei giochetti politici del Parlamento, lo scopo del Terzo polo, quindi, è quello di mettere a nudo le diversità di vedute della maggioranza. Fa parte del gioco politico. Ecco perché da anni vi dico ci vuole uno statista, non un politico, per salvare l’Italia. Perché se tu per mettere in difficoltà la controparte politica danneggi il tuo Paese secondo me non stai facendo un servigio al Paese che ti ha eletto. C’è una santificazione di questo strumento, il MES, di cui ormai anche gli euro entusiasti si stanno accorgendo. Sta crollando l’impalcatura perfino sui giornali, certamente non complottisti, viene fuori la verità, cioè che il MES, invece di difendere il nostro Paese, lo mette ancora di più in difficoltà perché accentua gli effetti della speculazione e danneggia l’immagine sui mercati.
Concludendo, l’effettivo utilizzo del MES non potrà mai essere una vera scelta, ma sarà il MES a bussare alla porta del malcapitato Paese per aumentare le alternative di finanziamento. E l’unico momento buono per esercitare una vera scelta del MES non è quello di accettarlo, ma quello della non ratifica. Cosa volete che vi dica? Lo dico da anni, ma ormai credo che nessuno mi sia stato ad ascoltare.
Malvezzi quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene