Tuoni, fulmini e tempeste. Da quel che si diceva, nella prima settimana di febbraio doveva esserci una grande apocalisse, un disastro climatico preannunciato. “Meteo, allerta vento per sabato 4 febbraio su Roma e Lazio” dice un articolo pubblicato da La Repubblica il 3 febbraio. Ancora, “Meteo weekend, crollano le temperature di 10 gradi e arriva il freddo polare: ecco dove e quando” il titolo di TGCOM 24. Insomma, nella settimana precedente in Italia e, in particolare nel Lazio, doveva succedere il finimondo. Sono state azzeccate le previsioni? “Ho visto su internet articoli con foto di venti e tempeste” – interviene Fabio Duranti – “poi sono uscito e ho trovato invece cielo limpido e 14 gradi. Comunicati urgenti, allerte meteo e poi si rivelano essere delle falsità: il meteo si trasforma in oroscopo. Mi chiedo: è questa l’informazione che vogliamo? È questa la figura che facciamo?“
Alla domanda risponde Francesco Borgonovo: “Purtroppo è lo spettacolo: la società dello spettacolo. Quando tu hai bisogno sempre di spettacolarizzare tutto, devi sempre dare la cosa incredibile, il tasso di cretinate cresce. Mi sembra di capire che i meteorologi siano come i virologi: infatti sulla pandemia ne abbiamo sentite di tutti i colori. Purtroppo è questo il livello della scienza e della resa giornalistica di questa. Queste sono le conseguenze di quando non ti prendi sul serio e devi pensare di attirare la gente così, come sui social. È un mondo spettacolare in cui l’informazione non c’è più“.
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