“Sì, voglio tornare a casa”. Lo ha detto (secondo racconti) a messa a chi – smarrito – gli ha chiesto come stesse.
Magari lo dice tutt’ora. Lo dice a se stesso Carlo Gilardi, 92enne di Airuno, ricoverato da ottobre 2020 alla Istituti riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco. “Sta trovando la sua dimensione“, dicono e scrivono di lui. Ma per chi lo sente sembra essere evidente un’altra verità.
Andiamo però con ordine: dal 24 ottobre 2020 il professor Gilardi si trova in una Residenza sanitaria assistenziale (#Rsa) contro il suo volere nonostante sia capace di decidere per se stesso, come testimonia non solo chiunque lo conosca, ma la mancanza di perizie che affermino il contrario. Esatto: Carlo Gilardi si trova in una struttura per la cui permanenza e servizi paga pure 3500 euro al mese senza volerlo.
Qual è il motivo? Diversi, ognuno dei quali ha lasciato perplessa la comunità che per lui si è mossa e si muove tutt’ora con manifestazioni e incontri istituzionali, l’ultimo dei quali c’è stato il 12 dicembre scorso.
Avvocati e familiari, al momento del prelievo, non erano al corrente del motivo e dell’operazione stessa. Motivo che non è ancora chiaro neppure dopo le prime fasi del processo contro chi lo avrebbe “circuito” per attingere ai suoi soldi.
Carlo Gilardi ha infatti una pensione da insegnante, ma anche una lauta eredità ricevuta da parte della defunta sorella. Su suggerimento di alcuni famigliari al professore viene affiancata un’amministratrice di sostegno, una figura di aiuto per gestire quel patrimonio. Gilardi però è “troppo generoso” secondo la figura che lo affianca: l’uomo aveva infatti permesso a chi non aveva la possibilità di pagare un affitto di stare nella propria casa, aveva donato diversi beni immobili e aveva anche donato al Comune un parcheggio e un parco per i bambini. Tutte azioni che potrebbero attirare “troppe attenzioni” da parte di terzi, e che di fatto portano alla decisione di un giudice e dell’amministratrice di sostegno di destinarlo a un ricovero coatto nel reparto psichiatrico di una Rsa.
Gilardi però non ci sta, e si sottopone volontariamente a perizia psichiatrica: risulta “privo di alterazioni“, ma resta, nonostante ciò, nella Rsa con scarsi contatti esterni.
Al momento su diversi trafiletti pare si voglia lasciare intendere che il prof. si stia adattando alla sua nuova abitazione: una supposizione che pare molto lontana dal diventare un fatto.
Ci siamo aggiornati sulla vicenda con Raffaele Varvara, Presidente del Comitato ‘Di Sana e Robusta Costituzione’ e con Guido Colombo, Portavoce del Comitato “Libertà per Carlo Gilardi”.