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Sanzioni nuove di zecca per Putin: ma la mossa dell’UE comandata dagli USA avrà effetti su qualcun altro

Leggo che l’Unione Europea si accinge a varare il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin.
Avete sentito bene. Il decimo pacchetto di sanzioni.
E tuttavia noi riscontriamo quotidianamente, e ce ne danno notizia i principali giornali di informazione, che la Russia di Putin sembra non essere nemmeno graffiata da queste sanzioni che l’Unione Europea seguita con imperterrita follia a varare contro essa.
Questa, anzi, sembra ogni giorno più forte, quasi come se nemmeno si accorgesse di quelle sanzioni.
E tuttavia non soltanto non danneggiano la Russia, ma in maniera diametralmente opposta danneggiano e non in modo leggero l’Unione Europea che continua a farle. Possiamo dire senza esitazioni, come più volte abbiamo sottolineato, che si tratta del primo caso nella storia umana di sanzioni che vanno a nocumento del sanzionate e non del sanzionato.

E allora ci domandiamo, perché l’Unione Europea continua con folle ostinazione a fare sanzioni? Siamo al decimo pacchetto, ricordavo poc’anzi.
Perché continuare a fare del male a se stessi dicendo che si vuol far del male all’altro che nemmeno si accorge del male che vogliamo fargli? Qual è la ratio, se ve n’è una di questa follia?
Direbbe Amleto, “vi è del metodo in questa follia?”
La tesi che più volte ho sostenuto, e che anche ora voglio riproporre, è sostanzialmente la seguente: l’Unione Europea continua follemente a fare sanzioni contro la Russia non perché lo scelga attivamente, bensì poiché è costretta ad agire in tal guisa da Washington e dal padrone a stelle e strisce.
Nihil novi sub sole se dico che l’Unione Europea non è alleata di Washington, ma una colonia.
Il rapporto è totalmente asimmetrico tra le due parti, se si considera che l’UE non ha nemmeno una propria base militare nel territorio americano e l’America, per parte sua, ha già solo in Italia più di cento basi militari, per non parlare di quelle che ha in Germania e nel resto del continente.

Insomma, l’Europa è una colonia di Washington e se Biden decide che questa deve fare le sanzioni alla Russia, quand’anche esse siano contrarie all’interesse dell’Europa stessa, lei deve obbedire cadavericamente battendo il tacco e mettendosi sull’attenti.
Tale è la relazione di signoria e servitù, direbbe il vecchio Hegel.
Ebbene, è perché gli Stati Uniti allora si ostinano a volere che l’Unione Europea faccia sanzioni che non danneggiano il nemico russo e che danneggiano il presunto alleato europeo? Perché gli Stati Uniti ci chiedono sostanzialmente di fare del male a noi stessi?
Due le risposte possibili che si integrano tra loro, a mio giudizio.

In primo luogo, dacché gli Stati Uniti d’America vogliono separare in maniera definitiva l’Europa dall’Asia e renderla ancor più debole e quindi più dipendente anche per quel che riguarda il gas oltretutto l’Europa stessa da Washington.
La seconda risposta è connessa alla prima: vi è qualcosa di punitivo in queste sanzioni contro l’Europa stessa quasi come se la civiltà talassocratica del dollaro volesse punirla per aver in passato osato guardare con simpatia alla Russia di Putin e alla Cina di Xi Jinping. E allora queste sanzioni sono la punizione che il padrone a stelle e strisce infligge all’UE, chiedendole sostanzialmente di farsi del male perché lo chiede Washington.
Questa è la situazione tragica, ma non seria.

Radioattività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

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