E così ci siamo arrivati. “Stop alla cessione dei crediti fiscali, a cominciare dal super bonus, fino allo sconto in fattura. Secondo il decreto approvato dal Consiglio dei ministri del Governo Meloni, sono state abrogate non solo le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi alle spese per gli interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione di primo livello, la cosiddetta prestazione energetica, ma anche quelle relative agli aiuti alle imprese contro il caro bollette. Quindi ristorazione, imprese turistiche, agenzie di viaggio. Saranno salvi in ambito di Super bonus le abitazioni unifamiliari per le quali sia stata presentata la Cilas prima dell’entrata in vigore del provvedimento. Mentre per i condomini si guarderà la data della delibera.
Per i lavori diversi dal 110% sarà essenziale avere richiesto il titolo abilitativo o iniziato i lavori prima dell’entrata in vigore del decreto. Si introduce inoltre il divieto per le pubbliche amministrazioni di essere cessionaria di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento. L’intervento sui crediti d’imposta ammonta a 110 miliardi. Un conto abbastanza salato che pesa a ciascun italiano 2.000€ a testa. Insomma, come peggiorare qualcosa nata male e gestita peggio. Per non parlare del prezioso match point politico trasformato in un autogol”. Così dal “Sole 24 Ore”. Ma il commento che io voglio fare a questa questione è un po’ più duro del commento neutro, direi, del Sole 24 Ore.
Non è soltanto che il governo Meloni si sia accodato, come tutti gli altri, ai diktat europei, perché io ve l’avevo detto, quando a settembre mi si chiese cosa sarebbe cambiato se avesse vinto la Meloni. Io risposi assolutamente niente. E come vedete avevo ragione. Ma avevo ragione anche sul prevedere che quelli che sarebbero caduti nella trappola del Superbonus sarebbero stati fortemente penalizzati. E perché io prevedevo questo? Perché sapevo il vero nocciolo della questione quando cominciarono a far scrivere proprio dalle pagine dei giornali, tra cui anche “Il Sole 24 Ore”, che dietro i crediti alle società immobiliari si nascondeva la mafia.
Era chiaro tutto. In realtà era arrivato un diktat europeo che aveva detto al governo italiano di bloccare questa cosa, perché altrimenti sarebbe stata a tutti gli effetti una moneta parallela e qualcuno avrebbe cominciato a capire come funzionano le monete. Questo non poteva andare bene per il sistema dell’unica cosa che lega l’Europa che si chiama Euro, Banca centrale Europea. Questa è la verità. Ma soprattutto non si è considerato che si sta così distruggendo il PIL che ha tenuto in piedi l’edilizia. Nel 2023 non ci sarà più. Complimenti.
Malvezzi quotidiani. L’economia umanistica spiegata bene