“Con l’aiuto dell’Occidente la guerra finirà presto”. Tradotto: continuando a inviare armi il conflitto avrà presto un epilogo. Parola di Zelensky.
Nell’intervista al Sole 24 Ore il Presidente ucraino non indietreggia di un millimetro rispetto alla posizione interventista del blocco atlantico, anzi. C’è però chi si permette di dissentire pur avendo avuto un ruolo in quella fazione che si oppone a Mosca insieme all’Ucraina, come ad esempio il generale Fabio Mini, già comandante Nato della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003.
“La guerra non finisce qui e forse nemmeno con questa, di guerra. Se prima non viene definito un nuovo assetto della sicurezza in Europa, continuare ad avere la Russia come avversario e nemico, anche se finisce la guerra, renderà l’Ucraina sempre una zona di contesa“.
C’è quindi una trattativa in corso?
“Non sembra, ci vorrebbe un compromesso da cui partire. Contatti diplomatici fra le due superpotenze sembrano al momento molto lontani. Ci potrebbero essere dei contatti tra apparati delle intelligence o militari“.
Potrebbe essere un’ipotesi una Ucraina divisa in due come la Corea?
“La situazione coreana non è applicabile a questa situazione e non garantirebbe la pace. Ci sono tante soluzioni che possono essere prese in considerazione“. Il Presidente ucraino non ha mai chiesto la pace ma al contrario continua a chiedere armi, cos’è quindi che vuole realmente?
“Zelensky vuole fare dell’Ucraina una grande Israele, nel senso che vuole fare una grande potenza militare per tenere a bada tutti gli avversari che si trova intorno. Se continuano così le cose, se non ci si accorda sulla sicurezza in Europa, l’Ucraina finisce per diventare la Striscia di Gaza“.