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Atleti russi perseguitati: “gareggeranno”, ma a condizioni inaccettabili. E allora il Mondiale ’78?

E’ stato deciso al termine della prima giornata dell’esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale, che gli atleti russi e bielorussi potranno gareggiare. Ma per farlo dovranno rispettare una serie di criteri a mio avviso assolutamente inaccettabili, come il fatto che potranno gareggiare solo a titolo individuale e non a nome della nazionale che rappresentano.
in più è stato deciso, anzi ancora non deciso direi, quello che riguarda invece la partecipazione di russi e bielorussi ai Giochi di Parigi 2024 e di Milano Cortina 2026. Una eventualità che verrà valutata nel tempo, quindi il Comitato Olimpico ancora non ha voluto prendere una decisione.

Permettetemi però di accendere un riflettore e di sottolineare quella che è l’inaccettabile ipocrisia di queste federazioni sportive, di questi comitati che si sono sempre fatti usare in passato come strumento di legittimazione politica.
Voi sapete che io sono autore dell’inchiesta “Il Diego rivoluzionario“. All’interno di questa inchiesta io ho inserito un capitolo sui Mondiali del ’78 in Argentina quando la FIFA, la stessa che oggi esclude i calciatori russi e bielorussi dalle competizioni, che esclude la nazionale russa, autorizzò dei Mondiali di calcio durante la più sanguinosa delle dittature.
Pensate che qualche anno prima il vicepresidente della FIFA fece un sopralluogo in Argentina e dichiarò pubblicamente che in Argentina non c’era una dittatura, ma c’era una fiorente democrazia e quindi i mondiali potevano svolgersi nel paese sudamericano.

La dittatura invece c’era ed è stata legittimata. E’ durata qualche anno in più del previsto proprio grazie anche al successo di quei mondiali che funsero da cassa di risonanza per i dittatori come operazione di marketing politico.
Eppure, come racconto nei dettagli nel libro, a pochi metri in linea d’aria dagli stadi dove si disputavano le partite, sotto la lente di tutti i media mondiali, c’erano le caserme militari, come quelle della Marina dell’ESMA, dove avvenivano le torture, dove migliaia di ragazzi e ragazze, giovanissimi e per la maggioranza parliamo di peronisti di sinistra, di ragazzi universitari di ragazzi dei partiti politici di sinistra, venivano prelevati con la forza di notte, nelle case, portati in questi centri di tortura e poi nella maggior parte dei casi caricati sui cosiddetti “voli della morte” e gettati nell’oceano.

Il tutto avveniva a pochi metri di distanza da dove si disputavano le partite di calcio, con la complicità della FIFA che non poteva non sapere, anche perché uno dei vice di Videla, quindi uno dei membri della sanguinosa e criminale giunta militare, era diventato il vicepresidente della FIFA.

Lo stesso Henry Kissinger, spietato segretario di Stato americano, andava a braccetto con il dittatore Videla, facendosi vedere con lui su tutti i giornali. Tant’è vero che qualche anno prima era proprio il ministro degli Esteri della giunta militare che contattò Henry Kissinger per paura che la FIFA togliesse i mondiali all’Argentina a causa della dittatura.
Ma Henry Kissinger, che era un membro d’onore della FIFA, uno degli organizzatori dei Mondiali sia in Argentina sia di quelli che si disputeranno anni dopo in America, così come testimoniato nei documenti di recente desecretati, assicurò che i mondiali ci sarebbero stati, e in Argentina. Addirittura assicurò che l’Argentina avrebbe vinto quei mondiali, così come accadde.

Tant’è vero che quando l’Argentina ai quarti di finale doveva incontrare il Perù, ed era costretta a vincere contro la squadra peruviana con almeno cinque gol di scarto, Il dittatore Videla ed Henry Kissinger si presentarono negli spogliatoi dei giocatori peruviani, che quando entrarono in campo persero per 6 a 0 e l’Argentina si qualificò.
Il tutto con la complicità delle federazioni sportive, con la complicità della FIFA. Tant’è vero che quest’ultima permise poi al dittatore Videla di scendere in campo e di premiare i giocatori della squadra che aveva vinto il torneo.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo

Francesco Amodeo

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