A gennaio 2023 la bilancia dei pagamenti con l’estero del nostro Paese è ritornata in rosso.
La causa è l’import dei prodotti energetici, il problema principale che abbiamo.
Infatti, il posto che era tradizionalmente quello della Russia nella fornitura dell’energia, è stato preso da Azerbaigian, Algeria, Norvegia, Qatar e Stati Uniti. Ma la cosa diciamo grave è che i prezzi unitari dei combustibili fossili che noi importiamo sono molto superiori a quelli del passato. Basti pensare che nel triennio precedente il saldo positivo oscillava tra circa 40 e circa 70 miliardi.
Fino all’estate del 2021, l’Italia era solita fare registrare un saldo mensile positivo nell’interscambio delle merci con l’estero mediamente attorno a 6/7 miliardi. Questo saldo era già passato in negativo prima dello scoppio della guerra in Ucraina e ha continuato ad esserlo per tutto il 2022. Negli ultimi mesi dell’anno, la minore domanda di prodotti energetici, il buon andamento delle esportazioni, spinte da un Euro debole, ci ha giovato e aveva fatto riequilibrare il saldo fino a raggiungere un lieve avanzo.
Oggi il nostro import mensile di tutti i combustibili fossili non accenna però a scendere sotto una media dei 9 miliardi, quando prima del lockdown erano pari a circa quattro 5 miliardi mensili.
Cioè siamo quasi al doppio della situazione di prima del lockdown.
È un mondo completamente cambiato, non ha più nulla a che vedere con quello.
A gennaio 2022, con la crisi energetica esplosa, era pari a 9,2 miliardi il costo dell’import mensile di tutti i combustibili fossili.
Tutto questo pesa negativamente sulla scelta di crescita del nostro Paese, che di conseguenza si avvia a fare registrare un tasso di crescita del PIL, probabilmente vicino al prefisso telefonico, per l’anno in corso.
Non abbiamo certezza sulle previsioni, ma il dato potrebbe essere stato ancora peggiore, se non ci fosse stato il contributo delle finanze pubbliche ad attenuare l’impatto sulle famiglie e sulle imprese.
Voi capite che ci aspettano probabilmente ulteriori periodi di austerità e che la politica economica dell’Unione Europea è totalmente sbagliata. Serve fare l’opposto di quello che abbiamo fatto negli ultimi vent’anni.
Tornino a tornare ad investire sull’economia e smetterla di giocare con la finanza.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi