Oggi parliamo di banche. In modo particolare, ci chiediamo cosa hanno deciso le istituzioni americane sulla Silicon Valley Bank e cosa sarebbe possibile in Europa. Due sono i pilastri più importanti della manovra Usa.
Il primo è che nessun depositante deve perdere un centesimo. Il secondo è che i contribuenti non devono ripianare le perdite delle banche in difficoltà. Dunque, i principi americani sono semplici e sacrosanti. Come si verifica negli Stati Uniti? In parole semplici, non abbiamo un salvataggio esterno a carico dello Stato, ma a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati che perderanno con tutta probabilità il loro capitale, lasciando indenne i conti invece dei depositanti. Inoltre, la Fed ha reso disponibile una linea di finanziamento speciale per le banche, qualora avessero problemi di liquidità per fronteggiare il ritiro dei depositi, così da non essere costretti a vendere delle attività realizzando delle perdite.
Ma cosa è successo in Europa? In Europa è intervenuto il fondo di risoluzione unico, che avrebbe chiesto dopo avere azzerato azionisti e obbligazionisti non garantiti, anche il sacrificio dei depositanti, oltre 100 mila euro, provocando una instabilità finanziaria sistemica. Anche questo potrebbe risultare non sufficiente, date le risorse limitate. E così il prestito erogato dal Mes potrebbe costringere nuovamente lo Stato ad intervenire, distruggendo i bilanci delle banche.
Quindi è rimasto sul tavolo solo il Mes, che per i mercati equivale a un bel bersaglio esposto sulla fronte degli Stati che lo chiedono, bene, la mia considerazione è che questo sta succedendo perché abbiamo dimenticato i valori dell’economia umanistica. Questo succede perché abbiamo creduto di poter vivere solo di finanza e tutta l’economia mondiale, o meglio, quell’occidentale gira sulla finanza. Ecco perché io invito, se ci sono dei politici all’ascolto, a ritornare a considerare l’importanza dell’economia umanistica, mettere al centro l’uomo invece del capitale.
Buona economia umanistica.