Ha indubbiamente fatto assai discutere la scena, a tratti quasi hollywoodiana, del sindaco di Firenze Dario Nardella, che blocca tempestivamente e repentinamente il cosiddetto ecoattivista intento a imbrattare le pareti di Palazzo Vecchio.
Tempismo perfetto, una scena davvero degna di una pellicola e di un set cinematografico.
Nella scena assistiamo all’azione eroica, per certi versi, del sindaco Nardella, che difende a spada tratta i simboli storici della città da coloro i quali si adoperano con sollecitudine per imbrattarli con vernice che pure dicono essere lavabile.
Questa è l’immagine che è passata e che è subito divenuta iconica, ha attirato il consenso di tutti coloro i quali abbiano a cuore la civiltà e l’arte e insieme, come movimento simmetrico, ha generato il dissenso presso la tribù di coloro i quali ritengono che la lotta per l’ambiente giustifichi potenzialmente tutto, magari anche l’imbrattare i simboli, i monumenti e i palazzi storici di una città d’arte come Firenze.
Alcuni sostengono invero, che quella del sindaco di Firenze Nardella contro l’ex attivista è stata tutta una messa in scena concordata prima. Un’operazione di pubblicità in sostanza, creata ad hoc per far fare una bella figura nobilitante al sindaco Nardella.
Dico subito che io non ho personalmente gli elementi per smentire o per confermare questa tesi.
Dico però che il messaggio passato, quale che sia la genesi di questa scena, è comunque indubbiamente ottimo.
Gli ecoattivisti con il loro vandalismo devono essere fermati, non certo giustificati o magari anche celebrati.
Anche perché poi la terminologia orwelliana non deve trarre in inganno.
Non si chiamano ecoattivisti, dacché i loro gesti sono schiettamente gesti che un tempo si sarebbero detti di vandalismo.
Quindi forse li si potrebbe appellare ecovandali.
Non devono essere giustificati.
Ed è bene che su questo punto le diverse forze della politica si trovino una volta tanto d’accordo.
Perché è vero, vi sono punti che davvero non sono né di destra né di sinistra, ma che semplicemente sono di buon senso.
E intorno a questi punti dovrebbe esservi un consenso generale di tutti, quale che sia il colore politico di appartenenza.
Oltretutto, mi sia consentito sottolineare l’ovvio, ma in questi tempi confusi, caotici e veramente difficili da interpretare, anche l’ovvio vuole la sua parte: che cosa avrà mai a che vedere la giusta causa dell’ambiente con il gesto osceno dell’imbrattare muri e monumenti?
Come se non bastasse, per ripulire la parete a Firenze ci sono voluti ettolitri di acqua.
Siamo davvero sicuri che queste manifestazioni stolte difendano davvero l’ambiente?
Tutto questo non può essere naturalmente omesso e mi permette di dire una volta di più che l’ambiente e la sua cura sono cose troppo serie, troppo importanti per essere lasciate a Greta Thunberg, agli ambientalisti neoliberali o magari anche agli striscioni della vernice lavabile con l’acqua.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro