“Andava attuata tutta una serie di norme che, in qualche maniera, forse, ci avrebbe consentito di chiudere meno“.
Perché il punto è proprio questo, come dice Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità.
Il punto è che l’inchiesta di Bergamo sul Covid rappresenta un’indagine delle primissime fasi della pandemia e la domanda che ci si pone è: si poteva fare di meglio per bloccare subito il virus?
“Non diciamo che si doveva chiudere di più” – spiega Borgonovo – “Si doveva chiudere di meno“. Come? Forse il Governo Conte avrebbe potuto evitare di fare determinati errori.
Ad esempio si sarebbe potuto seguire ed attuare un piano pandemico aggiornato, dato che l’ultimo sembra appartenere al 2006, come suggerisce il giornalista di Report alla Camera, Giulio Valesini. Quest’ultimo, sempre alla Camera, racconta anche come l’Italia avesse dichiarato agli organismi internazionali il massimo grado di preparazione alla pandemia.
La Stampa scrive: “Covid, le ombre sui tecnici. Il CTS nel mirino dei PM. Pareri scientifici concordati con Speranza. Brusaferro, presidente dell’ISS, indagato per truffa: tamponi da 3 euro costati 750“.
“Per anni ci hanno detto che decide la scienza” – commenta l’articolo Borgonovo – “Invece a quanto pare è passato sempre tutto tra le mani di Speranza, se guardiamo le carte.
Degli input politici quindi che sarebbero arrivati ai tecnici dietro ai quali si sarebbero poi nascosti i politici. A quanto sembra l’ex Ministro della Salute Speranza avrebbe inoltre fatto molta pressione sulla chiusura delle scuole, nonostante Brusaferro lo avesse avvertito dei pareri discordanti del Comitato Tecnico Scientifico“.
“Nonostante dalle prime osservazioni si pensasse che la malattia non fosse letale per i giovani. Nonostante tutto, hanno chiuso lo stesso tutte le regioni, senza alcun motivo.
Quindi vediamo come si arriva a queste chiusure dalla disperazione: nessuno sapeva cosa fare, passava tutto per Speranza e nessuno aveva fatto il calcolo delle cose necessarie“.
Infatti, sempre riprendendo l’intervento di Valesini alla Camera, l’Italia avrebbe dovuto rivedere il piano pandemico addirittura prima del Covid. Avrebbe dovuto, quindi, aver già fatto il calcolo per esempio delle mascherine. O, ancora, dei posti letto, delle terapie intensive.
Forse quindi qualcosa in più si sarebbe potuto fare.