Il primo testa a testa tra la nuova Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e il Premier Giorgia Meloni ha lasciato l’amaro in bocca. Mercoledì 15 marzo durante il question time a Montecitorio si è parlato soprattutto della condizione del lavoratore italiano e, in particolar modo, delle varie proposte da parte dell’opposizione. La Schlein batte sul salario minimo, dichiarando in sede di interrogazione: “c’è un dramma di questo Paese di cui non vi sentiamo parlare mai: la precarietà e il lavoro povero. Abbiamo presentato una proposta per il salario minimo così come le altre opposizione, ma le avete bocciate. Approviamo subito un salario minimo e un congedo parentale di sei mesi, noi ci siamo”. Il Presidente del Consiglio ribatte senza sosta affermando che “l’obiettivo che il governo si è posto è quello di aumentare i salari, e di garantire pensioni dignitose adeguate al lavoro svolto. Il governo non è convinto che la soluzione sia quella di un salario minimo legale” valutando l’opzione della contrattualità collettiva.
Il problema però è a monte: il tessuto aziendale, economico e sociale italiano è fatto di piccole e medie imprese e intraprendere unicamente una via o l’altra significherebbe mettere in seria difficoltà sia dipendenti che imprenditori. In che modo? Francesco Borgonovo ne discute in diretta con il saggista e sindacalista Savino Balzano, autore di un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano che analizza e risponde alla questione. Quest’ultimo afferma infatti che “siamo tutti quanti favorevoli a garantire una retribuzione dignitosa al lavoratore però, come sempre succede in Italia quando si parla di lavoro, la discussione è alterata da un atteggiamento propagandistico sia da un lato che dall’altro. Se serve il salario minimo legale è evidente che serve per correggere un problema per quanto riguarda le retribuzioni. Ricordiamo che l’Italia è l’unico paese europeo a registrare una contrazione dei salari reali dal ’90 ad oggi”. I problemi perciò riguardano principalmente precarietà e politiche economiche regressive e austere che portano i cittadini ad accettare tutto pur di sopravvivere.
Come rafforzare il sistema? Balzano continua ponendo l’accento in tale direzione: “Battere la precarietà, rafforzare l’offerta di lavoro rendendolo ‘prezioso’. La disoccupazione è strutturale e c’è bisogno di politiche antirepressive e investive. Andare a bussare alla porta della Von der Leyen”.