Come senz’altro sapete, è stato accolto a Mosca da Vladimir Putin, il presidente cinese Xi JinPing. Con questa Mossa si è suggellata l’alleanza, o meglio, la cordiale intesa, come è stata più volte definita, tra l’orso russo e il dragone cinese. Insomma, l’alleanza fra Russia e Cina non solo non è in crisi come vanno ripetendo da mesi i media occidentali, sempre confondendo il loro desideri con la realtà, ma anzi quella alleanza sembra rafforzarsi e consolidarsi ogni giorno di più. A rigore l’incontro tra Putin e Jinping a Mosca è il coronamento di una alleanza che è cresciuta nel tempo, che è lievitata gradualmente e che ora appare letteralmente indistruttibile. Ed è anzi, come subito diremo, garanzia e baluardo di resistenza multipolare contro la monarchia del dollaro e contro l’imperialismo a stelle strisce che la contraddistingue paradossalmente solo oggi.
Russia e Cina riescono a fare ciò che non riuscirono a fare al tempo del comunismo realizzato quando vi era l’Unione Sovietica e quando la Cina era amministrata da Mao. A quel tempo, come sappiamo, i rapporti fra le due realtà comuniste erano niente affatto distesi. Anzi vi era una tensione, un rapporto, per molti versi, non pacificato tra le due realtà, che pure non confliggevano apertamente, ma che nemmeno si alleavano in funzione antiamericana. Oggi, invece, l’alleanza tra le due realtà, nel mutato contesto storico, pare ormai divenuta più solida che mai. Se volessimo ravvisare l’incipit di questa alleanza sempre crescente, dovremmo ravvisarlo probabilmente in quel che fu teatro di una delle tante guerre imperialistiche, fatte passare per umanitarie, con cui la civiltà del dollaro portò diritti umani e democrazia. Secondo la narrativa ufficiale, portò in realtà bombe e morte, secondo la realtà fattuale nella Serbia di Milosevic, colpevole di essere disallineata al verbo unico della globalizzazione liberale, atlantista e di più, di essere assai vicinante proprio alla Russia. Ebbene, in quel contesto, oltre a essere distrutta in maniera barbara dalle forze dette della civiltà di Washington, vi fu un altro episodio importante degno di essere commemorato. Venne bombardata da Washington l’ambasciata cinese a Belgrado vi furono dei morti. E naturalmente Washington disse che si trattava di un danno collaterale, di un effetto non voluto.
Siamo abituati, del resto, al fatto che Washington, che sempre condanna i crimini altrui, fa passare i propri crimini per danni collaterali, che siano due bombe atomiche sganciate su un Giappone ormai vinto, o che sia il bombardamento dell’ambasciata cinese di Belgrado. Ecco, da quel momento principia a prender forma l’alleanza tra Russia e Cina. Alleanza, che ora, come ricordato, sembra aver raggiunto la sua fase di massima consistenza. I media occidentali vanno ripetendo a piè sospinto che in realtà la Cina presto abbandonerà la Russia. Ma così facendo, scambiano i loro desideri con la realtà. E la realtà dice ben altro, dice che Russia e Cina si sono ancor più di prima alleate e sono pronte a resistere insieme all’imperialismo sciagurato di Washington che chiama missione di civiltà il proprio imperialismo. Senz’anima possiamo dirlo più forte che mai. Oggi dobbiamo sperare in una Russia, in una Cina forti, sovrane, disallineate rispetto a Washington. In grado non solo di resistere insieme all’imperialismo ma di calamitare intorno a sé tutte quelle forze e quegli Stati che per una via o per un’altra sono interessati a non piegarsi all’imperialismo della civiltà del dollaro. Quell’imperialismo orwelliano che si presenta come imperialismo etico con tanto di bombardamenti umanitari, embarghi terapeutici e missili democratici.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro