Non poteva ovviamente non transitare dal noto quanto pluralista salotto di Fabio Fazio, Elly Schlein.
Proprio così: il nuovo segretario del Partito Democratico, l’ultra arcobalenica neoliberale Schlein, ha fatto la sua epifania immancabile.
Tutto questo nel salotto dell’eco della globalizzazione neoliberale, del pensiero unico politicamente corretto, il ligure Fabio Fazio.
Nel suo spazio notoriamente pluralistico, Schlein ha avuto una sorta di monologo garantito, nel quale, al cospetto di un intervistatore, Fabio Fazio, che senza mai muovere una critica, senza mai problematizzare le risposte palesemente banali e allineate con l’ordine dominante, ha di fatto celebrato e osannato il nuovo segretario del Partito Democratico.
In quella intervista caricaturale, totalmente priva di spirito critico, quasi cerimoniale, vorrei dire, Elly Schlein ha, tra le altre cose, ribadito l’ovvio. La sua parte politica, la sinistra fucsia e neoliberale, proprio come la destra bluette neoliberale del resto, supporta appieno la guerra d’Ucraina ed è quindi ben felice di inviare armi a sostegno di Kiev.
Non soltanto l’arcobalenica Schlein ha sostenuto il proprio appoggio pieno alle ragioni di Kiev e quindi del guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood.
Ha ribadito le ragioni del proprio sostegno e dunque del proprio appoggio all’imperialismo della NATO, altresì chiarendo che l’invio di armi non basta.
Ordunque, ci domandiamo quale possa essere allora il passo successivo: l’invio di uomini al fronte?
L’invio di milizie reclutate alla meno peggio per poter supportare l’imperialismo di Washington?
Insomma, davvero con una sinistra neoliberale di questo genere la destra stessa tende a diventare superflua.
Dacché la sinistra svolge al meglio la parte anche della destra.
Lo sappiamo del resto, la sinistra neoliberale fucsia, la Rainbow Left di Elly Schlein, per ZTL urbane, per villeggianti di Cortina d’Ampezzo e per business class, ha tradito completamente Marx e Gramsci.
E ha tradito le ragioni delle classi lavoratrici rispetto alle quali appare distante almeno quanto Marte da Plutone.
Del resto la segretaria del PD si rivolge solo a minoranze privilegiate col solo scopo non certo di occuparsi di esse, ma semplicemente di non occuparsi della massa dannata dei lavoratori e dei ceti medi.
Ebbene, la sinistra storica, quella marxista, gramsciana e marxiana, si fondava su due pilastri sul piano politico.
La lotta di classe, quindi la difesa del lavoro contro il capitale, e poi la lotta contro l’imperialismo, cioè contro la lotta di classe, come si dispone sul piano internazionale.
Ordunque, non è certo un mistero che la New Left dell’arcobalenica Elly Schlein abbia tradito questi due punti e sia difesa appieno del capitale contro il lavoro sul piano della politica interna e difesa dell’imperialismo statunitense contro i popoli oppressi.
Insomma, non è difficile immaginare Marx, Gramsci e Lenin che si rivoltano nella tomba mentre vedono questa New Left neoliberale e arcobalenica che si accoda al capitale divenendone sempre più palesemente guardia fucsia.
Radioattività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro