Si è registrata un’oceanica adunata antifascista a Firenze lo scorso giorno per protestare contro il fascismo sempre presente, la surreale sinistra fucsia neoliberale, sempre più al traino del padron atlantista può del resto far sapere che esiste, solo in grazia dell’antifascismo in assenza permanente di fascismo che è poi, direbbe Costanzo Preve “la principale peste ideologica del nostro presente”. Infatti, l’antifascismo in assenza di fascismo impedisce la comprensione dei fatti reali del nostro presente, caratterizzato non certo dalla contraddizione fascista ma da quella ultracapitalistica. Contro quest’ultima contraddizione la sinistrash fucsia neoliberale non ha niente da dire, essendo del tutto organica alla contraddizione capitalista.
Ecco perché l’antifascismo in assenza di fascismo è un impedimento epistemologico alla comprensione del nostro presente, impedisce letteralmente di giudicare i fatti del nostro presente secondo il presente stesso e tiene i contemporanei prigionieri della memoria storica pensato come intramontabile. La neosinistra glamour della business class, lo sappiamo, combatte il fascismo che non è più per poter non combattere anzi, poter accettare con euforia il capitalismo che invece domina a ogni latitudine. È questo il segreto della sinistra neoliberale, quella color arcobaleno che è poi sgargiante pro pagine della civiltà capitalistica, nonché guardia fucsia del padronato borderless.
Per poter continuare a esistere e a darsi un tono di legittimità, la neosinistra glamour di Cortina D’Ampezzo e delle ZTL, sempre più allineata al verbo unico della globalizzazione capitalistica, deve mantenere in vita l’antifascismo in assenza di fascismo. Eccoli allora che scendono in piazza contro il manganello fascista (che per fortuna non esiste più) per meglio accettare quello invisibile dei mercati che invece imperversa. Per inciso proprio in questi giorni, l’Unione Europea ha fatto sapere che ci sarà un rialzo dei tassi e quindi la vita diventerà ancora più grama per il popolo degli abissi. È, in sostanza, il capolavoro del potere: mobilitare masse in nome di una guerra contro un nemico che non è più, a ciò che meglio accettino le angherie del nemico esistente e vincente che oggi si chiama “libero mercato globale senza confini”, quello che letteralmente sta distruggendo la vita dei giovani mentre loro (per ironia della storia) sono distratti dall’antifascismo in assenza di fascismo e dall’anticomunismo in assenza di comunismo.
Viviamo davvero in un surreale teatro dell’assurdo, a sinistra vogliono farci credere che il problema prioritario siano i fascisti e a destra vogliono farci credere che il problema prioritario siano gli anarchici. Il tutto mentre gli Stati Uniti d’America ci trascinano nella guerra mondiale, la povertà cresce a dismisura, i giovani sono espropriati del futuro e l’Unione Europea fa sapere che colpirà ancora di più nei prossimi mesi i ceti medi e le classi lavoratrici, davvero tutto questo farebbe ridere se solo non facesse piangere. Una cosa è certa: Orwell appare un dilettante al cospetto di una realtà sempre più orwelliana, dove i due minuti d’odio di cui parlava Orwell, utili a fare sì che venisse impedita la comprensione della realtà, tornano oggi grazie alle adunate oceaniche dei tanti fascisti in assenza di fascisti.
Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro