La Rassegna di oggi inizia con la prima pagina de La Stampa che titola: “Nuovo Patto di stabilità, più flessibilità sul debito”. Pare che sul Patto di stabilità ci sia un’intesa di massima fra Italia ed Europa ma ancora non ne conosciamo i dettagli. Il resto dei giornali apre con la questione dei migranti, con le parole di Mattarella che richiama ad azioni concrete. Oltre a queste due notizie si da l’addio al reddito di cittadinanza perché arriva il mia e sostituirlo e vedremo come funzionerà. Il Governo sta lavorando anche sulla riforma del fisco e sull’abbassamento dell’Isee. Se ne parla sui giornali sempre in maniera scombinata come per nascondere la cosa. C’è l’articolo di Eugenia Tognotti su La Stampa: “Un pietoso processo postumo” in riferimento all’inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia. La presenza di Tognozzi è stata richiesta nella commissione che dovrà indagare, quella parlamentare e il PD ha convocato anche lei, nel tentativo di ostacolare le indagini, quindi non è assolutamente disinteressata. L’idea era quella di chiamare la Tognotti a farle dire proprio queste cose che lei oggi un po’ sintetizza su La Stampa, cioè si sta facendo un processo appunto postumo e penoso.
Io mi chiedo come si faccia a sostenere cose del genere ma purtroppo non è l’unica la Tognotti che lo sostiene, cioè l’idea che vogliono far passare in tanti, cioè c’è stata una fase di caos, c’è stata questa prima fase di delirio, ma lasciamo andare tutto in cavalleria inutile andare a cercare questa o quell’altra cosa ora. Da un certo punto di vista c’è un corto circuito incredibile, no? Perché mentre diciamo bisogna andare a cercare la verità, sul naufragio diamo la colpa a questo o quell’altro, che non hanno fatto quello che dovevano; gli diamo la colpa dei morti da subito senza processo poi dopo di fronte a decessi di centinaia di migliaia di persone, di fronte ai disastri che hanno combinato a tutti i livelli con la pandemia da Covid è un vergognoso processo postumo.
Perché giustamente c’era l’emergenza, non si poteva fare niente di più di quello che hanno fatto; e invece è proprio sbagliato perché se tu stai dentro il Ministero, se stai a capo di queste strutture il cui compito è esattamente quello di gestire l’emergenza e soprattutto se ti hanno dato un piano per gestire l’emergenza, no? Ti hanno dato apposta un manuale di istruzioni in pandemia, sono certo che questo piano pandemico avrebbe cambiato almeno un pochino le sorti del della pandemia, no? Perché ci avrebbe consentito se non altro di essere più pronti nella risposta alle persone che invece venivano abbandonate a se stesse. Che ora si venga a dire è stato un penoso processo postumo io lo trovo veramente offensivo verso le persone che hanno avuto dei familiari morti o che hanno perso il lavoro.
Esistono lunghe chat fra Silvio Brusaferro, cioè presidente dell’istituto Superiore di Sanità. Quindi non proprio l’ultimo arrivato l’ultimo dei passanti e Roberto Speranza che in quel momento, come sapete, era ministro. E che cosa si dicono? Uno pensa che darà consigli a Speranza, invece no. Speranza dice che vuole fare delle cose, ed è come se chiedesse a Brusaferro, una sorta di copertura, no? Ad esempio, a un certo punto Speranza intorno al 3 di marzo del 2020, quindi poco prima della chiusura della Lombardia, si stanno decidendo le chiusure. Nel frattempo i contagi sono già arrivati. Il casino dappertutto e già iniziato. Cosa dice Speranza? “Io penso che si debba assolutamente chiudere le scuole”. E Brusaferro gli risponde “guarda che nel CTS non sono per niente d’accordo”, Anzi, sono molto critici su questa misura. Non abbiamo dei dati a sostegno di questa roba qua, della chiusura delle scuole? Non abbiamo delle prove che ci spingano a chiuderle? No. E tra l’altro, come sappiamo, questa chiusura ha recato dei danni ai ragazzini, alle famiglie. C’è stato un problema grosso di cui ancora oggi, anche solo al livello di problemi psicologici, paghiamo delle conseguenze pesantissime.
Ebbene, Speranza insiste e alla fine cosa fanno? Questa pressione da parte del Ministro poi si traduce in un’attività parte della linea. Il Ministro gli detta la linea. Ed è quello che succede, non solo quella volta. Succede sui funerali, succede sulle messe. Lì c’è Walter Ricciardi che quello che viene detto delle carte, il grande sostenitore, del fatto che bisogna cancellare le messe tutte quante. E persino Conte non era d’accordo. Si dice guardate che Conte voleva farne tipo una infrasettimanale. Invece Ricciardi insiste che vanno chiuse tutte. Ecco, questo è la cosa ci hanno detto per mesi. Decide la scienza. No, non decideva la scienza. C’erano delle pressioni politiche, anche abbastanza forti, delle insistenze da parte della politica e sui tecnici. E a me va anche bene che i politici decidano per i fatti loro, no? C’è speranza che è ministro e ha tutto diritto di decidere lui. Anzi, la politica deve decidere e prendere le decisioni. Però poi non mi vengano a dire quando uno le contesta: “Ma è la scienza”. No, non è la scienza. Perché la scienza ti ha detto che chiudere le scuole non serve a niente. Tu le hai voluto chiudere lo stesso.
In più Brusaferro svolge un ruolo di garanzia, di imparzialità, teoricamente, e invece si comporta proprio come se fosse un collaboratore di Speranza. E soprattutto dopo che Speranza gli chiede queste cose, Brusaferro va a battere cassa. Tant’è che c’è il sospetto da parte degli inquirenti che l’istituto Superiore di Sanità possa avere gonfiato i prezzi dei tamponi, ma c’è anche il sospetto che viene a noi giornalisti che questo rapporto non va bene.