Così leggiamo in data 6 marzo 2023 su Open, il rotocalco turbomondialista fondato da Enrico Mentana. Questo il titolo e vi prego di prestare davvero attenzione: “L’intelligence di Kiev: Mosca è a corto di munizioni. I soldati usano le pale come armi”.
“E non pale qualsiasi”, si specifica nel sottotitolo. Pare si tratti di un modello specifico che risale al 1869.
C’è chi sguaina le spade e chi le pale. Ad usare queste ultime sono i riservisti russi.
Almeno secondo l’ultimo rapporto dell’intelligence ucraina.
In sostanza, ora gli autoproclamati, con formula quanto mai orwelliana, professionisti dell’informazione, ci vorrebbero far credere che i russi, ridotti ormai allo stremo delle forze ormai estenuati e quasi pronti alla ritirata, non avendo più munizioni e armi, siano costretti proprio così a combattere con le pale.
Naturalmente i professionisti dell’informazione, quasi vergognandosi nel trasmettere siffatta informazione, si parano dietro lo schermo dell’intelligence di Kiev, espressione che quanto mai appare ossimorica se si considera che davvero l’intelligence di Kiev, ha potuto asserire una siffatta cosa, quella secondo cui i russi starebbero combattendo a colpi di pale.
Insomma, davvero credo che si sia toccato il fondo, come usa dire, e che di fatto la propaganda abbia raggiunto livelli mai sperimentati in precedenza. Per usare una formula tematica rispetto all’informazione che stiamo oggi commentando, si potrebbe dire davvero che mai come oggi i professionisti dell’informazione raccontano “pale”: “pale a tutta forza” è ormai il motto che ci permette di inquadrare il modus operandi della narrazione dominante.
Narrazione dominante che tengo a ricordare proprio con Open: nel 2022 sosteneva che la Russia avrebbe capitolato rapidamente tempo qualche settimana. Ecco una analisi davvero raffinata che è stata smentita dalle dure repliche della storia.
E adesso, giusto per non farsi mancare nulla, gli autoproclamati professionisti dell’informazione prendono per buone le uscite sempre più temerarie, sempre più divertenti da un certo punto di vista di Kiev.
Uscite secondo cui, come dicevamo, i russi, ormai ridotti ai minimi storici, si sarebbero visti costretti a combattere usando le pale.
Davvero quello che stupisce non è nemmeno più il fatto che i professionisti dell’informazione che vanno a caccia di fake news siano poi tanto solerti nel diffondere informazioni come questa.
Quello che più colpisce è il fatto che trovino ancora persone ben disposte a prendere per buone, quasi fosse oro colato, tutto ciò che viene detto dai professionisti dell’informazione, quasi fossero investiti di un’aura di sacrale verità e non potessero far altro che raccontare le cose come stanno.
Con l’ovvia conseguenza che chiunque osi discostarsi dai perimetri sorvegliati dell’ortodossia dominante viene eo ipso bollato con l’infamante categoria di “complottista“.
Chissà se è meglio essere complottisti dubitando della narrazione dominante o credere davvero, come i più fanno, a tutte le “pale” che ci raccontano.
Radioattività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro