USA, arriva l’offensiva antirussa: il mainstream si lascia sfuggire un pezzo di realtà su Biden & Co

Leggiamo sul Corriere della Sera, tra i quotidiani più venduti in Italia, che Joe Biden sta programmando un’offensiva, questa la parola utilizzata, contro la Russia di Putin entro maggio 2023.
Proprio così: i professionisti dell’informazione, mai termine fu più orwelliano, ci spiegano ora che gli Stati Uniti, capitanati dall’arcobalenico e vegliardo Joe Biden, sono pronti a sferrare una loro offensiva contro la Russia di Putin per il mese di maggio di questo 2023 corrente.
Allora, alcune domande sono realmente ineludibili.

Anzitutto, la parola “offensiva” ci segnala che abbiamo un aggressore e un aggredito.
E quindi, se è vero il teorema che viene continuamente, e direi anche pappagallescamente, ribadito ormai da mesi urbi et orbi, il teorema secondo cui l’aggredito ha sempre ragione e l’aggressore ha sempre torto, ne dovrebbe seguire con necessità sillogistica che la Russia, in quanto aggredita, ha ragione e gli Stati Uniti, in quanto aggressori, hanno torto.
Ma sappiamo che questo teorema vale solo quando fa comodo a Washington.
L’abbiamo capito ormai da tempo.
Ad esempio, nel 1999, quando la Serbia era aggredita e la NATO era aggressore, si sarebbe dovuto placidamente riconoscere che l’aggredito era nel vero e l’aggressore era nel torto. E invece in quel caso placidamente veniva trasgredito il teorema e si ammetteva che l’aggressore fosse nel vero e l’aggredito nel torto.

Il teorema veniva a quel tempo corredato da quello secondo cui la Serbia era uno stato canaglia capitanata da un neo Hitler quale era, secondo la narrativa ufficiale, Milosevic, e quindi Hiroshima era in qualche modo giustificata e anzi auspicabile, come in effetti fu.
Giacché, voglio ricordarlo, Belgrado venne sfigurata dalle bombe umanitarie e dai missili democratici della NATO e anche dell’Italia, ricordiamolo pure.

Adesso, curiosamente, sappiamo che l’aggredito, l’Ucraina, ha ragione, l’aggressore, la Russia, torto.
Anche se poi se proprio vogliamo identificare l’aggredito, dobbiamo riconoscere che l’aggredito dagli anni 90 è stato di fatto il popolo russo che si è visto un poco alla volta sottrarre i suoi spazi post-sovietici da Washington.
Basterebbe analizzare, pur celermente, una cartina degli anni 90 e una cartina di oggi per vedere questo passaggio a occidente di tutte le principali aree post sovietiche confinanti con l’Occidente.
Ebbene, in questo caso, chi realmente è l’aggredito? Chi realmente è l’aggressore?

Gli autoproclamati professionisti dell’informazione si lasciano per accidens sfuggire il lemma “offensiva”, come abbiamo visto.
Ciò appare realmente rivelativo di come in realtà questa guerra, rispetto alla quale non ci stancheremo di ribadirlo, noi auspichiamo il prima possibile che si giunga a una pace, a un cessate il fuoco; ebbene, rispetto a questa guerra il vero aggressore sa va sans dire, sempre più platealmente appare Washington, che ha provocato in ogni modo questa guerra occupando gli spazi che un tempo erano di competenza di Mosca.

Washington che sta facendo di tutto per provocare la Russia e poi anche la Cina. Gli USA che hanno dichiarato guerra dall’89 a “the rest of the world”, a tutto il mondo non allineato con il Washington Consensus, secondo quella che il compianto Costanzo Preve ebbe a definire la quarta guerra mondiale successiva alla terza, la guerra fredda e coincidente con la guerra che la civiltà dell’hamburger dichiara a tutti gli Stati potenzialmente resistenti all’imperialismo di Washington, e tra questi senz’altro la Russia e la Cina occupano uno spazio di primaria importanza.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro