25 aprile: la trave nell’occhio di chi parla di antifascismo e manda armi ai seguaci di Bandera

Ieri abbiamo festeggiato la liberazione dal nazifascismo, ma la cosa più assurda è che in piazza abbiamo visto gli stessi personaggi che da una parte sbandierano il proprio antifascismo e dall’altra stanno inviando armi ai battaglioni ultranazionalisti ucraini che fanno capo a dei veri e propri gruppi nazisti, gruppi di persone che hanno le svastiche tatuate sul corpo. Parliamo dei seguaci di Stepan Bandera, quel Stepan Bandera definito lo sterminatore dei polacchi e degli ebrei. Tant’è vero che possiamo parlare soltanto degli ebrei che sono stati mandati a morire ad Auschwitz. Ma non si può parlare il 25 aprile degli ebrei che sono stati sterminati in Ucraina dai cosiddetti battaglioni della morte che al 70% erano formati proprio da ucraini e al 30% da tedeschi, né dagli ebrei sterminati in Galizia e in Ucraina sterminati a opera proprio degli uomini di Stepan Bandera, oggi considerato eroe nazionale dell’Ucraina. L’eroe di quelli che stanno ricevendo le armi dagli italiani, da quegli stessi italiani che però sono in piazza contro il nazifascismo. Si è capito quindi che in Italia esiste un antifascismo in assenza di fascismo, ma non esiste un antifascismo in presenza di nazismo.

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