«Sono almeno 10.000 i nostri colleghi diventati malati cronici dopo il vaccino Covid. Non guariranno più. E più di 50.000 gli appartenenti alle forze dell’ordine o militari con seri problemi di salute dopo quegli inoculi».
Così riferisce a La Verità il segretario generale provinciale del sindacato Cosap Torino, Luca Cellamare. La cortina di fumo che attanaglia i dati delle reazioni avverse inizia pian piano a dissiparsi. Ma a che costo.
«Nella maggior parte dei casi si tratta di agenti quarantenni ridotti a svolgere con grande fatica le mansioni di sempre. Hanno problemi di natura cardiovascolare, neurologica, pressione alle stelle, fatica a respirare».
Una realtà ancor più amara, se si considera che «Di fronte ai primi casi di morti sospette, i medici militari si spaventarono perché non protetti da scudo penale e, in barba ai protocolli, mandarono tutti a vaccinarsi negli hub, dove non veniva fatta l’anamnesi. Se un collega si rifiutava di dare il braccio perché già guarito dal Covid, veniva sospeso».
“Quel sindacalista ha detto delle cose terribili, e non se ne può parlare“, dice il direttore Ilario Di Giovambattista, “questa cosa non esce, come se ci fosse una cappa sull’informazione, sulla comunicazione“.
“Io mi accaloro“, continua, “perché queste persone adesso lo Stato le deve ripagare. A parte che è una vergogna, perché bisogna pensare che può accadere a tuo figli. Tuo figlio, a 25 anni, obbligato, rimane sulla sedia a rotelle: prima di giudicare, pensa se fosse tuo figlio“.
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