“Non sono affatto stupito, nel senso che se due club si mettono d’accordo per gonfiare le valutazioni di alcuni giocatori che si scambiano aggiustandosi i conti, è evidente che a catena un insieme di club può ricevere perquisizioni per aver presumibilmente alterato i propri conti“. Così il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo ha commentato le perquisizioni svolte ieri nelle sedi di Roma, Lazio e Salernitana in ambito plusvalenze.
Le indagini sono ancora in corso, le responsabilità tutte da accertare, ed è ancora presto per prospettare come finirà. Il quadro della situazione però è possibile farlo, dalle ipotesi sui rischi a cosa viene contestato con precisione.
Di certo “ci saranno altre azioni di tantissime procure perché sostanzialmente le operazioni a specchio coinvolgono numerosi club, chi più, chi meno“.
I rischi penali
“Il tema è questo: nel momento in cui io vado a contestare la plusvalenza fittizia, perché sia penalmente rilevante, devo dimostrare in maniera inequivocabile che due dirigenti o due squadre sono d’accordo nel dare un valore molto più alto di quello che avrebbero dato normalmente a fini contabili. Di fronte a questa prova del dolo io posso andare a dimostrare che ho fatto falso in bilancio, per sintetizzare.
Da questo punto di vista staremo a vedere se nel giudizio del caso Juve sarà appurato o meno che c’è stato.
Dunque cosa rischiano Roma, Lazio e Salernitana? Penalmente nulla se non si prova quel dolo, quindi se non ci sono documenti, intercettazioni o atti tali da dimostrare la truffa”.
I rischi sportivi
I rischi dal punto di vista sportivo invece sono strettamente legati anche alla vicenda Juve, per la quale la Corte Federale non si pone più il problema di stabilire se ci siano o meno plusvalenze fittizie, “ma gli basta che la Juve abbia voluto creare un sistema atto ad alterare i conti e quindi infrangere le regole“, una norma che in ambito penale non vale.
Quindi Roma, Lazio e Salernitana? “Rischiano dal punto di vista sportivo se la vicenda Juve avrà giurisprudenza positiva, nel senso che lì basta provare una colpa, l’esistenza di un sistema al di là della prova in sé. Una cosa che“, aggiunge Bellinazzo, “dal punto di vista di chi ama il diritto è un obbrobrio, perché punisci sulla base di un principio, non esattamente un approccio garantista“.