Attentato in Russia: le forze dell’ordine avrebbero individuato una 26enne di cittadinanza russa, una certa Daria Trepova.
Le persone coinvolte dell’attacco dentro ad un bar, mediante almeno 200 grammi di tnt, sarebbero almeno 32.
Ma l’obiettivo principale, sarebbe stato Vladlen Tatarsky, blogger filo russo che seguiva con attenzione le operazioni militari e strategiche delle truppe di Putin. Tutto questo viene confermato dai media russi, come la Tass, ma anche dai media ucraini.
I dubbi sui motivi sono tanti: attacco di infiltrazione ucraina o auto-attentato di matrice russa?
Quest’ultima ipotesi in particolare viene adottata dai più: “Gli esperti: possibile avvertimento a Wagner” titola La Repubblica in prima pagina, dove per “esperti” si intende un istituto statunitense. Secondo il quotidiano, l’American Institute for the Study of War (ISW) intenderebbe confermare l’ipotesi per cui l’attentato è autoinflitto. La vittima, Tatarsky, avrebbe infatti criticato le strategie russe per l’operazione in Ucraina. La bomba esplosa nel bar di proprietà del gruppo Wagner, sarebbe quindi un avvertimento, un conflitto interno.
Non è la pista che Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità, intende prendere subito per buona.
Il punto della situazione
“A Kiev parlano di un autoattentato, sostanzialmente – commenta Borgonovo – una guerra interna a Mosca.
Il punto sarebbe che Tatarsky aveva criticato i generali russi. Ma questo è una cosa che succede spesso: ci sono critiche e contestazioni, però diciamo dal lato più guerrafondaio. C’è chi vorrebbe che Mosca usasse la mano più pesante“.
Un’altra vicenda però è da menzionare, secondo Borgonovo: quella dell’assassinio di Darya Dugina, figlia del filosofo Alexander Dugin.
Anche qui, a detta del giornale inglese, The Spectator, l’attentato sarebbe stato a carico della Russia stessa.
“Stesso discorso per l’esplosione del Nord Stream – il gasdotto russo esploso nel settembre 2022 – insomma, sono sempre ‘auto cose’ che si fanno da soli. Se non altro per statistica, ho qualche dubbio su questo.
Quello che a me preoccupa è l’evoluzione poi della guerra, no?
Perché allora se si comincia a fare questi attentati alle città russe, se si comincia a sporcare ulteriormente la guerra, insomma, non mi fa ben non mi fa ben sperare, perché sono poi tutte cose che possono innescare un allargamento del conflitto e reazioni di un certo tipo.
E questo è una delle incognite.
Sono un po’ stupito dai toni che si usano oggi: ‘una grande vittoria’.
Gli attentati in generale non sono mai una cosa bellissima. Non che lo siano, ovviamente, gli scontri sul campo.
Vedremo cosa uscirà nei prossimi giorni, vedremo se sarà simile alla situazione di Dugina, che poi si scoprì mesi dopo il fatto che non fosse un auto attentato, come confermò il New York Times“.