Una delle questioni che sta tenendo banco e che ha sorpreso il pubblico, è stata la chiusura del programma Non è l’Arena su La7 di Massimo Giletti. A poche puntate dalla conclusione del programma, la trasmissione è stata interrotta per volontà dell’editore Cairo, che però non ha ancora dato nessuna spiegazione sul perché abbia preso questa decisione. Indiscrezioni uscite negli ultimi giorni parlano di alcuni documenti che il conduttore Giletti voleva svelare in diretta e che per questo sia stato chiuso, compiendo di fatto un vero e proprio atto di censura nei suoi confronti. Il tema della censura viene trattato in diretta da Fabio Duranti, testimone diretto dell’attività censoria sul web dopo averla sperimentata personalmente:
“Noi riceviamo censure da questi soggetti nati per censurare, nati per far passare un pensiero unico. Tutti i giorni decine e decine di giornalisti professionisti per bene, seri, indipendenti subiscono censure quotidiane. Migliaia di persone comuni, decine di migliaia subiscono le stesse censure. La censura è identica. Dal punto di vista della dignità è identica. Quelle dei giornalisti sono dal punto di vista dell’ordine pubblico più gravi, perché il dovere di un giornalista dovrebbe essere quello d’informare“.
E un tasto dolente che pure non si può dimenticare sono gli episodi controversi capitati ad alcuni giornalisti proprio nel suo programma: “Queste sono le censure che noi subiamo tutti i giorni, tutti i sacrosanti giorni, quindi a Giletti grande solidarietà. Per lui vale quello che vale per noi, ma io dico che è una non notizia, perché per lui non siamo mai stati noi, una notizia della censura. Il suo programma è stato costretto a censurare tanti giornalisti come Giorgio Bianchi, come Francesco Amodeo. Proprio oggi c’è una pillola online di Francesco Amodeo che parla di questo e lui racconta della sua censura dal programma di Giletti, dove la prima volta che è andato ha potuto parlare. La seconda volta era stato richiamato, ma poi è arrivato l’ordine dall’alto di non farlo venire. Se fosse stato sensibile alla tematica, invece di permettere che il suo programma l’attuasse, allora probabilmente Giletti sarebbe ancora lì“.