Una delle ultime polemiche al centro del dibattito sono state le parole pronunciate dal ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, con le quali avvertiva di non scambiare l’accoglienza di immigrati regolari con una “sostituzione etnica“, aprendo i porti a chiunque, per colmare il fatto che in Italia non si faccia più figli. Il tema è sicuramente controverso, se da un lato si può pensare che la sovrappopolazione del mondo in cui viviamo sia proprio una delle cause più influenti della maggior parte dei problemi che abbiamo, dall’altra in tanti credono che colmare un gap statistico ed economico come quello del tasso di natalità sia fondamentale. Per capire meglio la questione Francesco Borgonovo ha intervistato Adriano Scianca direttore de Il Primato Nazionale:
“Il concetto della grande sostituzione etnica è stato coniato da Renaud Camus, che è uno scrittore che fino a qualche anno fa era celebrato anche dall’accademia francese. Si è reso conto che in Francia stava succedendo qualcosa e questo qualcosa era la Sostituzione di popolo. E quindi cominciò a parlarne nei suoi libri venendo ostracizzato e subendo anche una serie di processi. Le Figarò qualche settimana fa ha pubblicato dei dati in cui si dice che con le seconde e terze generazioni arriviamo al 30%, quindi 19 milioni di francesi sono stranieri o di origine straniera. Questo è un problema, è avvertito come un problema almeno da una parte importante della società francese. In realtà mi sono reso conto che la sinistra non ha un problema con la sostituzione, ha un problema con l’etnico, nel senso la sinistra ritiene che i popoli non esistano. I popoli, nazioni non esistono. Esiste una massa di persone che temporaneamente risiedono in Italia che pagano le tasse e quindi effettivamente se queste persone sono nate qui o sono nate nel Magreb, sono nate in Bangladesh, non cambia nulla. Evidentemente è un argomento capzioso, non è che esistono le idee platoniche, pure incorrotte oppure niente. Esistono dei concetti, dei concetti sociali che hanno una loro storia, che hanno la loro dimensione di concretezza, ovviamente sono anche porosi, sono anche plastici, cambiano col tempo. Però è evidente che esiste un concetto di popolo italiano“.
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