Lukaku nel bene e nel male. Acciuffa il pareggio su rigore in extremis e poi innesca la vicenda che sfocia in una rissa fra le due squadre. Juventus-Inter, si ferma sull’1 a 1. Grandi emozioni, ma non sul campo. Così potrebbe essere riassunta una partita scialba, dove nessuna delle due big prova a rischiare quel qualcosa in più. È solo alla fine del match che si accende l’entusiasmo, per così dire. Stefano Agresti ci spiega con chiarezza che cosa è accaduto: “Allora l’arbitro non ha avuto la percezione che ci fossero degli ululati e certamente ci sono stati, perché ci sono le immagini riprese dalla curva che lo dimostrano, però non sono ascoltabili. Al designatore arbitrale, Lukaku non ha segnalato questa situazione. Questo non serve a giustificare niente, serve a raccontare anche le decisioni dell’arbitro. Dopodiché Lukaku fa quel gesto e l’arbitro lo ammonisce non sapendo che c’erano stati dei cori razzisti. Per il regolamento, se fai un’esultanza provocatoria nei confronti dei tifosi, devi essere ammonito. L’arbitro vede Lukaku che si mette il dito davanti alla bocca, rivolto alla curva della Juve, non ha potuto ascoltare e non è stato informato sui cori razzisti. Quindi l’arbitro da regolamento ammonisce Lukaku. Questa è la genesi“.