Ha fatto molto discutere, peraltro con toni per lo più critici la visita di Macron in Cina. Il presidente gallico Macron si è recato in Cina e ha dialogato ampiamente con il governo cinese. Soprattutto la sua visita è risultata sgradita ai molteplici araldi del nuovo ordine atlantista. Non è piaciuta l’apertura che Macron ha fatto verso il dragone cinese, peraltro criticando nemmeno troppo obliquamente il nuovo ordine mondiale monopolarista Washingtoniano. Macron ha dichiarato senza perifrasi edulcoranti che l’Europa non dovrebbe essere al servigio di Washington, non dovrebbe risultare un vassallo alle dipendenze del padrone a stelle e strisce. Ha detto Macron che l’Europa dovrebbe invece essere autonoma, far valere una propria indipendenza e aggiungeremmo noi, parafrasando le sue parole, una vera e propria sovranità politica, oltre che economica. Parole che, se analizzate in trasparenza, non possono che risultare di buon senso e massimamente sottoscrivibili. Lo dico senza far mistero delle sferzanti critiche che sempre ho mosso a Macron, pretoriano del neoliberismo e della sua indefessa lotta contro i diritti dei lavoratori e dei ceti medi. Detto ancor più chiaramente e senza perifrasi, Macron è un nemico di classe. Le sue sono politiche saldamente schierate dalla parte del capitale contro il lavoro, come emerge peraltro dalla recentissima riforma delle pensioni in Francia. Una vera e propria riforma coincidente con un bagno di sangue per i lavoratori. Tuttavia la verità, quando è presente, chiede di essere riconosciuta, quale che sia la sua fonte. In questo caso la verità inconfutabile e incontrovertibile racchiusa nelle parole di Macron, riposa proprio in questo, che l’Europa dovrebbe cercare una propria autonomia rispetto alla ormai pressoché totale sudditanza rispetto alla civiltà del dollaro.
Civiltà del dollaro che, come ben sappiamo, vanta il proprio primato morale nell’aver liberato l’Europa dal nazismo. E sempre tace il fatto, di per sé evidente, che la sempre celebrata liberazione si è da subito tradotta in una nuova occupazione a stelle e strisce dell’Europa stessa. Occupazione che oggi si manifesta appieno con la presenza di centinaia di basi militari statunitensi sul territorio europeo. Basi che rendono di fatto l’Europa stessa una grande colonia di Washington, impedendone aprioristicamente il costituirsi come potenza autonoma, sovrana e in grado di decidere da sé e per sé. Sicché il fatto che si sia ampiamente critici verso Macron e noi indubbiamente lo siamo, non deve impedire di cogliere la verità racchiusa in questo caso nel suo discorso. Deve indurci, anzi, a riconoscere l’importanza fondamentale di aprire alla Russia e alla Cina, e non solo sul piano commerciale. E ciò nella prospettiva multipolare di un’Europa che sia in dialogo con tutti, senza esclusioni e che per ciò stesso si liberi dal maligno giogo atlantista, quello che pretende di dominare il mondo imperialistico e di fare dell’Europa, come in parte già è, soltanto una colonia di Washington. Era quanto aveva provato a fare il mai abbastanza celebrato governo gialloverde in Italia nel 2019, aprendo alla Russia e alla Cina. Ciò che determinò, e questa fu la vera ragione, a mio giudizio, il suo crollo nell’estate del 2019, quando il governo giallo verde, colpevole di aver aperto a Russia e Cina, venne fatto cadere e sostituito prontamente da un nuovo governo genuflesso, senza dignità al Nuovo Ordine Mondiale Washingtoniano.