Alla vigilia di un derby d’Italia (di Coppa), il parere di uno come Massimo Moratti è forse il miglior termometro per misurare la febbre nerazzurra. Un’influenza di gioco (come si è visto sabato), di individui (sguardo su Lukaku) e tecnico.
E’ qui che l’ex presidente dà la diagnosi più diretta: con l’ultima vittoria datata 10 marzo in molti si sono chiesti di chi siano le responsabilità di un mese infernale. Società o allenatore?
Moratti non ha dubbi: chi deve risponderne è Simone Inzaghi. E a proposito di tecnici si sbilancia pure in un totoallenatori, con particolare riferimento a José Mourinho e Antonio Conte.
Sentite cosa ci ha detto a Radio Radio lo Sport.
Come vedrà Juve Inter
“Con la speranza di portare a casa qualcosa quest’anno. Certamente sarà combattuta, perché con la Juve è così; ma serve la grinta necessaria per capire che una coppa quest’anno sarebbe molto importante. Sì, poi c’è la coppa dei campioni, ma lì è più difficile”.
“Chi non funziona è l’allenatore”
“Un tifoso, se è tifoso, non può essere entusiasta di questo momento. Sono dispiaciuto, più che deluso.
Se ho mai pensato di ricomprare l’Inter? Non in maniera concreta. Non è stata una mossa sbagliata la mia, visto che poi i risultati sono arrivati. Non ho rimpianti di nessun tipo.
Per quanto riguarda Zhang devo dire che qui stiamo attaccando lui, quando chi non funziona è l’allenatore. Sì, la società può avere i suoi problemi, ma i giocatori ce li ha, li ha comprati, ha speso un sacco di soldi per una squadra che avrebbe potuto rendere molto di più di quello che sta rendendo. Certamente la colpa non è sua (di Zhang, ndr) ma lui ha dato la responsabilità a un allenatore e a dei dirigenti. Se poi dopo questi dirigenti e quest’allenatore per trovare una via d’uscita parlano costantemente del presidente e della società può essere una scusa ma non è certo quello che mette la società nelle condizioni di non vincere, perché gli stipendi arrivano e i giocatori sono tutti lì. Non è che abbiamo una squadra debole e con sforzo incredibile siamo arrivati al secondo posto, tutt’altro”.
“Riprendere Mourinho? Bisogna stare dietro alle sue ambizioni, è impegnativo”
“Conte ha fatto così bene all’Inter che di certo una repetition non ci farebbe male. Con lui si vincerebbe lo scudetto. Mourinho è molto impegnativo, prenderlo vuol dire avere grandissime ambizioni a cui stare dietro. Non si prende Mourinho pensando “ho la squadra che ho e con lui mi funziona meglio”, lui ha le sue mire e bisogna stargli dietro.
Certamente Mourinho è sempre un obiettivo fantastico per un interista, ricorda il meglio che si possa aver avuto e resta un professionista di grandissima serietà”.
“Orgoglioso e fiero di aver fatto del bene alla società Inter”
“Quando sei orgoglioso non è che sei orgoglioso di un momento, sei fiero per aver fatto del bene a una persona o – in questo caso – a una società. Se pensavo a Calciopoli? Sicuramente rimanere fuori da tutto quel casino è qualcosa di molto positivo. Per il resto sei orgoglioso di essere il presidente dell’Inter, che è già una gran cosa.
Juve? Dell’inchiesta preferisco non parlare, non so bene come stanno le cose”.
“Futuro Inter? Non è semplice sostenere l’Inter, difficile un nome italiano”
“Sostenere l’Inter non è semplice. Ci sono questi fondi che vedo girare da una società all’altra. Se si pretende un presidente italiano bisogna tirar fuori un nome che al momento mi sembra difficile trovare.
Questione stadio? San Siro fa parte del piacere di pensare a quello che è successo fino adesso, quindi mi dispiace proprio l’idea di abbatterlo. Poi è uno stadio stupendo, ancora si vede bene la partita. Se si vuole vedere la partita San Siro è perfetto”.