“Maurizio Sarri è un uomo di Figline Valdarno, e questo è un aspetto che non va sottovalutato. E’ testardissimo“.
E se lo dice un esperto come Angelo Gregucci, potete starne certi, in caso non lo abbiate ancora capito. A ‘Radio Radio Lo Sport’ un veterano della panchina come lui ci ha portato nella testa del condottiero che sta portando ai piani alti la squadra biancoceleste:” Venendo non da una gavetta, ma da un gavettone, allenando squadre di tutte le categorie, è un uomo molto scrupoloso. Un professionista con una corazza enorme. Le critiche, sì, le prende, le assorbe, le assimila, ma la sua idea va avanti.
Per quanto riguarda il campo, arriva ad Auronzo di Cadore, passa 20 giorni un’ora al giorno a sistemare la linea a 4 dei difensori (che sarebbero 8 nelle sue scelte preferenziali). E’ un maniaco della linea, mette a posto le diagonali passive, come la palla sale e come scende, qual è l’altezza della linea.
Non è un integralista, perché quando era a Pescara faceva un 4-2-3-1, quando era a Empoli (sua Patria di lancio perché lì lo capivano bene) giocava con quattro difensori, tre centrocampisti, uno sulla trequarti e due attaccanti. Ancora oggi il marchio di fabbrica dell’Empoli.
E’ invece integralista sulle sue letture dei quattro, io quasi mai l’ho visto giocare con tre difensori, ma anche qui non si tratta dei quattro o dei tre difensori, l’obiettivo con cui ci si muove è la porta.
Se gli chiedete se ha goduto quando ha vinto col Chelsea o con la Juve sono certo che vi risponderà di no. Al Chelsea vinse con la cilindrata dei calciatori, alla Juve veniva dal cannibalismo decennale. Lui si diverte tanto quando ha una squadra giovane, che può malleare dalla mattina alla sera. Non so se poi vince, ma è lì che lui gode. Questo è Maurizio Sarri“.