Sono davvero sconcertanti le parole pronunziate dal Ministro del Governo della Destra Bluette Neoliberale Lollobrigida, il quale ha preso opposizione contro quella che ha avuto modo di definire come la “sostituzione etnica”. Queste le parole che ha impiegato impunemente. Per sostituzione etnica se abbiamo ben capito, si dovrebbe intendere l’idea elaborata da qualcuno non meglio chiarito, che vorrebbe in maniera aperta sostituire il popolo italiano con un altro popolo. Non si capisce bene per quali fini, dato che l’espressione sostituzione etnica lascia intendere che la sostituzione abbia come obiettivo giusto appunto il rimpiazzamento di un popolo con un altro. Sono arrivate una messe di critiche al Ministro e al Governo tutto per aver in qualche modo ospitato tesi di questo tipo. La verità, tuttavia, non è nemmeno quella sostenuta dalle “sinistre fucsia” le quali, in maniera egualmente unilaterale, celebrano l’immigrazione di massa come se fosse l’ottava maraviglia del mondo.
Ancora una volta Destra e Sinistra nella loro opposizione sono in realtà le due ali dell’aquila Neoliberale e finiscono per portare avanti su fronti opposti il medesimo messaggio, quello della Globalizzazione Neoliberale. Sotto questo riguardo, che ci sia una sostituzione in atto, è evidente. Ma non si tratta di una sostituzione etnica, come scioccamente è stato detto e come molti sostengono. Si tratta di quella che potremmo chiamare una sostituzione nel mondo del lavoro, una immigrazione di sostituzione, come per altro viene definita testualmente anche dalle Nazioni Unite. Sul suo sito ufficiale l’organizzazione parla testualmente di rimpiazzamento di migrazione. Testualmente questa è l’espressione che viene utilizzata insomma, si lascia intendere, nemmeno troppo obliquamente, che l’immigrazione sta producendo una vera e propria sostituzione. Replacement migration è in inglese l’espressione impiegata dalle Nazioni Unite.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che sostanzialmente il capitalismo mira sempre alla stessa legge, quella del trovare qualcuno disposto a fare il medesimo a un prezzo più basso e per questo sta sostituendo i lavoratori europei abituati a un certo livello di vita, a diritti conquistati sul campo, a un livello di dignità sul lavoro che non sono disposti a mettere in vendita. Li sta sostituendo con nuovi lavoratori che provengono da altre storie, da un mondo diverso da quello europeo, e che sostanzialmente permettono al capitale lo sfruttamento più spietato. Questo è quello che avviene sotto il nome di migrazione di massa. L’arrivo di braccia a basso costo che vengono sfruttate senza pietà e che per ironia della sorte, vengono accolte e integrate secondo il lessico delle sinistre arcobaleno, che giustifica lo sfruttamento capitalistico. Oltre a fare ciò, l’immigrazione di massa condanna la classe lavoratrice in generale ad abbassare i costi della forza lavoro, perché la concorrenza al ribasso determina questo effetto.
Se prima lavoravi a 10 euro, adesso dovrai lavorare a 2 perché ti dovrei adeguare al livello dei nuovi arrivati. In terzo luogo, poi, l’immigrazione di massa piace al turbocapitalismo apolide, perché poi favorisce artatamente lo scontro tra migranti e autoctoni e in questo modo orizzontalizza il conflitto, evitando che esso si verticalizza nella vecchia forma servo, signore, per dirla con Hegel. Ecco perché le parole del ministro Lollobrigida sono del tutto prive di significato. E bisognerebbe parlare più propriamente, non certo di sostituzione etnica, tesi sciocca, ma di sostituzione in relazione ai processi di migrazione volta allo sfruttamento capitalistico.