Una notizia molto interessante che i più non hanno osservato è che l’onorevole Tria, ex ministro dell’Economia, interviene nel dibattito sulla riforma del cosiddetto Patto di stabilità. Parlare del patto di stabilità e di cambiare il patto di stabilità è come cambiare le condizioni di un carcere per l’Italia, in quanto il Patto di stabilità, così come è stato concepito nel 2007, ha generato per il nostro Paese un disastro economico che dura ormai da 15 anni. La vicenda si fa molto interessante in quanto in primo luogo lo stesso onorevole Tria concorda con quanto affermato dai tedeschi che il percorso di riduzione del rapporto debito PIL negoziato con la Commissione non può basarsi sull’analisi di sostenibilità del debito, in quanto crea e accentua una segmentazione del mercato dei “Titoli di Stato” degli Stati membri che potrebbe risultare pericolosa. Così come potrebbero risultare pericolose quelle valutazioni del rischio male interpretate e suscettibili di generare la cosiddetta instabilità finanziaria. Insomma, è una vera e propria miccia accesa nella polveriera dei mercati finanziari.
Questa sostenibilità del debito è anche uno degli elementi introdotti dal MES riformato in attesa di modifica e ratifica di cui abbiamo più volte parlato. In secondo luogo perché l’ex ministro Tria abbraccia la proposta tedesca di criteri quantitativi chiari, verificabili e uguali per tutti. La preoccupazione dell’onorevole Tria è che se le regole non sono chiare, non è detto che la loro applicazione rispetterà sempre una corretta neutralità politica. Insomma, tutto pur di non finire nella trappola di piani concordati ma rigidi, che a Tria ricordano tanto il PNRR e quindi tanto basti. Ecco, a me sembra che stiamo oscillando tra una situazione brutta e una peggiore, tra un mondo assurdo e un mondo privo di senso. Cioè noi stiamo accettando delle condizioni un po’ meno capestro dei capestri di altre condizioni. Su questo sta veleggiando la politica italiana. In attesa che arrivi uno statista e dica basta, e non si preoccupi più delle prossime elezioni, ma dica questo mondo dell’Unione Europea ha veramente stancato il popolo italiano. Buona economia umanistica.