A seguito della tragica alluvione in Emilia Romagna sono spuntate le più disparate polemiche sul clima.
In primis, sotto i riflettori ci finisce la questione del riscaldamento globale. Sì, perché ora guai a parlare di ristrutturazioni.
Guai a parlare di lavori non effettuati in precedenza. Quello che preme ai più, ai fanatici dell’eterna emergenza, è il riscaldamento globale.
E soprattutto ciò che conta è ribadire che “il negazionismo climatico dovrebbe essere un reato“.
Così titolava qualche giorno fa il Domani. Torna quindi a tremare per l’ennesima volta il concetto di “libertà d’espressione”.
Ma prima di affrontare il discorso sulla mancata tolleranza, è doveroso anche allora entrare nel merito delle tesi ambientaliste: in cosa sbaglia chi ne sostiene il pieno e unico coinvolgimento? Ne parliamo con il professore ordinario di Storie delle Dottrine Politiche all’Università di Milano Luigi Marco Bassani, intervistato da Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità.
“In ogni società occidentale – spiega Bassani – esiste una enorme fetta che è gestita dallo Stato.
Ma soprattutto gestite dallo Stato sono quelle credenze di una società che si può salvare e curare solo per mezzo dello Stato stesso.
E la climatologia ne costituisce la religione perfetta: ‘Dobbiamo metterci tutti insieme per salvarci dalla più grande minaccia che l’uomo abbia mai creato sulla Terra’, ti dicono.
Il sogno dell’ambientalismo radicale è una Terra senza uomini in cui magari ricompaiono i dinosauri.
Sul web a un certo punto facevano vedere un video in cui si dimostrava che con solo 700 anni senza l’uomo, la Terra ritornerebbe a fiorire, ma francamente devo confessare che di Terra senza uomo non so cosa farmene“.
Sembra prendere piede anche il fenomeno dell’eco-ansia.
Solo qualche giorno fa un’attivista di Ultima Generazione dichiarava di non dormirne la notte.
“Sono anni ormai che faccio quasi tutti i giorni sogni legati al collasso eco-climatico“.
Un fenomeno quello dell’eco-ansia che Bassani spiega: “Un elemento pericolosissimo che rimbalza nella generazione dei giovani tramite Netflix, film, giornali, libri e così via. Nasce così un fenomeno che però sfocia in altro“, ovvero nella manipolazione di cui parla anche Borgonovo. E ritornando al titolo del Domani poc’anzi citato, Bassani conclude: “Abbiamo tollerato troppo a lungo la ghettizzazione continua delle idee non ortodosse“.