Il British Medical Journal definì la sperimentazione che bocciò il Metodo Di Bella nel 1998 come “immorale”.
Da allora molto cambio nella vita di Luigi, lo scienziato, ma anche di Giuseppe, il figlio, nonché futuro pioniere della terapia: “Un’opportunità, non un miracolo“. Così diceva a margine dello scorso webinar di Bologna. Incontro che si ripeterà gratuitamente per i medici il 10 giugno, stavolta per “trasferire ai colleghi nella maniera più chiara e documentata delle nozioni per far sì che ci siano possibilità – soprattutto in caso di malattie ed epidemie – che la prognosi di tante persone cambi“. Come? “Per esempio dei pazienti in terapia con la cura di mio padre, non ne abbiamo perso nessuno per Covid“.
Ma nuovi scenari medici sull’importanza delle vitamine in oncologia saranno anche da approfondire. Le ricerche, come ricorda lo stesso Di Bella, sono partite da precedenti studi e intuizioni del padre Luigi: “Ho raccolto l’esperienza clinica e scientifica di mio padre e abbinato una revisione della letteratura scientifica con il personale della nostra fondazione. Abbiamo revisionato tutto quanto il contesto delle vitamine per cui ne viene fuori una concezione innovativa della vitaminologia. La revisione della letteratura ha evidenziato nella maniera più piena e completa che delle intuizioni di mio padre di addirittura decenni fa, sono totalmente confermate. Adesso si può parlare di nuovi criteri d’impiego della vitaminologia, un nuovo concetto della vitaminologia e del suo ruolo“.
Si cambia il criterio d’impiego, le indicazioni delle vitamine, le possibilità di terapia che ci danno, i dosaggi da praticare. “Praticamente cambia il concetto precedente biochimico vitale. Cos’era? Io di questa vitamina ho bisogno di questi milligrammi al giorno. Concetto completamente diverso adesso, perché io impiego in determinate patologie dei dosaggi assolutamente diversi. E queste vitamine hanno grandi margini di maneggevolezza per ottenere dei risultati precisi in specifiche condizioni“.
Il fattore più importante di questa ricerca è anch’esso stato intuito da Luigi Di Bella: “Tutti hanno sentito parlare dei geni, della programmazione dei geni e dell’importanza del DNA. Ora, senza modificare la sequenza dei geni del DNA le vitamine, e in particolare i retinoidi, hanno dimostrato capacità di epigenetica“.
Cioè? “La capacità di modificare alcuni geni. Vi faccio un esempio: alcuni geni sono ritenuti responsabili dei tumori. Spesso oggi si fanno ricerche per vedere se ci sono malattie ereditarie, se c’è una mutazione dei geni o una predisposizione. Queste vitamine sono in grado di fare una riprogrammazione epigenetica. Un gene ereditato mi può dare un tumore? Benissimo, se io do determinate vitamine – in particolare i retinoidi – posso avere il silenziamento di quel gene, che non viene trascritto“.
Qui l’intervista integrale al Dott. Di Bella.