Fidel Castro era disposto a parlare con gli USA: lo dicono le lettere desecretate di una giornalista

Questa è una storia che mi sta particolarmente a cuore perché non è uscita quasi da nessuna parte.
È una storia ufficiale: perché non è uscita questa storia, nonostante io la ritengo una sorta di Romeo e Giulietta in chiave moderna, in chiave guerra fredda? Perché questa è una storia che dimostra come gli americani hanno mentito quando hanno dichiarato che Fidel Castro non ha mai fatto nulla per il suo popolo, cioè non ha mai provato a trovare l’accordo con gli americani per porre fine all’embargo.
Il racconto di questa storia dimostra invece il contrario. La possibilità c’era. Gliel’aveva offerta Fidel Castro a Kennedy.
E Kennedy l’aveva accettata. Peccato però che quello era l’anno in cui Kennedy fu ucciso, e dopo fu archiviato quel progetto.

Si potrebbe dire che con 50 anni di embargo chiunque avrebbe fatto soffrire il popolo poteva rinunciare, poteva piegarsi, svendere la propria isola agli americani. Probabilmente i cubani avrebbero vissuto meglio.
Però non possiamo giudicare chi non si è voluto piegare. La possibilità l’aveva data e questa è una cosa che non è mai emersa, al contrario emerge invece nella storia che io vi racconto adesso. E’ tutto molto chiaro e anche documentato.

Lisa Howard, la “Maradona” del giornalismo

Lisa Howard era una giornalista e l’anchor woman dell’ABC American Broadcasting Company.
Era l’unica giornalista che aveva intervistato Krusciov, una giornalista che stava spesso ai lati dei presidenti americani.
Succede che lei viene inviata a Cuba per fare un reportage contro quel paese, quindi contro Fidel Castro.
Fidel Castro la vuole incontrare, le vuole mostrare Cuba. Passano talmente tanto di quel tempo assieme che lei si innamora di Fidel Castro.
Due persone che non si sarebbero mai dovute incrociare nella loro vita, pena la morte di entrambi, invece, come succede nei romanzi shakespeariani, si innamorano l’uno dell’altro.

Nelle lettere che sono state desecretate e che io ho tradotto, quello che mi piace del suo approccio è che lei, pur coinvolta con Fidel Castro, non perde mai la sua lucidità e continua a dire: “La tua rivoluzione è fallita, la tua rivoluzione è assolutamente fallita.
Non stai facendo vivere bene i cubani, non stai portando a termine quelle che erano le promesse che tu avevi fatto durante la rivoluzione. Però, mentre prima io davo a te tutta la colpa, ora mi rendo conto che gli americani, noi, non ti abbiamo lasciato altra scelta.

O ti dovevi piegare e svendere Cuba, o, se volevi continuare a lottare, dovevi far fare ai cubani la fine che gli hai fatto fare.
Quindi io continuo a dire che tu hai fallito e che avresti dovuto agire diversamente, ma non sei più il colpevole e anzi, ti dico di più: se tu continui così finirai ucciso. Quindi io invece voglio darti una mano.

Innanzitutto ti do la più grande prova che io ti possa dare di lealtà.
Ti lascio questa lettera in cui ti dico queste cose, perché se tu diffondi questa lettera, io sono morta“.

La trattativa mancata con Kennedy

Scrive questa lettera bellissima che inizia con “mio caro Fidel” e gli racconta tutte le qualità che ha trovato in lui.
E continua: “Però se tu mi dai la possibilità con le entrature che ho io, voglio provare ad aiutare il dialogo.
Posso parlare col Presidente Kennedy, col suo entourage. Posso cercare di trovare un ponte di collegamento con te
“.
Fidel Castro gliela dà l’occasione, dice: “Ok, porto avanti queste trattative e sono d’accordo a parlare e provare a vedere se c’è un punto d’incontro“. Lei torna in America. Viene convocata dalla CIA, ovviamente.

Era stata autorizzata a gestire i rapporti tra l’amministrazione americana e Fidel Castro.
Addirittura utilizzano anche il suo telefono e la sua casa. Lei comincia quindi queste interlocuzioni per provare a far finire l’embargo a Cuba e dare una chance a Fidel Castro, quando Kennedy viene ucciso.
Allora Fidel Castro la convoca e gli dice: “Cara Lisa, da questo momento in poi vedrai che io e te non potremo avere più rapporti, altrimenti siamo tutti e due in pericolo“. Tant’è vero che lei riceve una nuova comunicazione in cui le intimano di chiudere qualsiasi rapporto con Fidel Castro. Tutti i rapporti. La nuova amministrazione non vuole avere questo dialogo.

Non potevano volerlo perché ovviamente non potevano: dovevano continuare a massacrare quel popolo per dare la dimostrazione “colpirne uno per educarne tanti”. Chi si era opposto all’imperialismo non poteva poi mai arrivare a trovare un accordo, cosa che invece Kennedy voleva fare. Lei invece, testarda che cosa fa? Continua queste trattative.

L’incontro con Che Guevara

Addirittura quando c’è lo storico discorso di Che Guevara all’ONU a New York, lei la sera ospita Che Guevara stesso in casa e gli fa incontrare tante persone importanti, americani e anche tanti membri del Congresso che invece erano d’accordo a proseguire quelle trattative.
Il tutto senza l’autorizzazione della CIA, che ovviamente si infuria.
Lisa Howard l’ho chiamata “la Maradona del giornalismo“, perché Lisa Howard come Maradona viene squalificata, cioè viene licenziata.
Non riesce più a trovare posto nei media mainstream e poi verrà trovata morta nel garage di casa per un suicidio causato da delle pillole assunte il giorno della festa dell’indipendenza. Quell’indipendenza che evidentemente a lei non hanno concesso.

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