C’è un nuovo pericolo per i lavoratori di ogni categoria: l’intelligenza artificiale. Se in passato c’era il timore che le macchine automatizzate potessero rubare il lavoro agli esseri umani (e in parte è accaduto), ora non solo temono per il proprio posto gli operai, ma anche i colletti bianchi.
E’ di pochi giorni fa la notizia secondo cui la Ibm e Walmart starebbero per sostituire diverse migliaia di lavoratori, tra cui dirigenti, con l’IA. Il motivo non è neppure celato: taglio dei costi.
Incredibile a dirsi, facile a farsi: al carrozzone dei “risparmiatori” si aggiungono pure Facebook e Amazon, che elimineranno in tutto 19mila posti di lavoro.
“Hanno cominciato dalle maestranze e ora si arriva ai dirigenti“, commenta Fabio Duranti, “state costruendo la vostra tomba“.
“I primi sono i programmatori, che hanno fornito alle aziende la loro proprietà intellettuale, hanno scritto gli algoritmi, che sono clonabili e funzionano in eterno, e quindi vanno a casa”.
“I secondi“, continua Duranti, “sono i giornalisti, che hanno contribuito a diffondere il verbo e l’euforia per l’intelligenza artificiale: andranno a casa. Dopotutto perché tenere un giornalista libero, che pensa con la propria testa e magari scrive qualcosa che neanche dovrebbe, prendendo contributi?“.
Il problema del futuro è proprio questo: “Una volta che questo fiume parte, come lo fermi?“
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