Il “green”, o presunto tale, torna a far discutere. Non lo fa per le manifestazioni dei cosiddetti “ecovandali” o per palazzi imbrattati, bensì per una delibera con la quale il Campidoglio istituisce divieti di circolazione per mezzi meno recenti su una vasta area urbana. Per capire la portata di tale provvedimento e quanto sta facendo discutere, basta ricordare che la superficie di Roma contiene quelle di Napoli, Milano, Bologna, Catania, Firenze, Palermo, Genova, Bari e Torino.
Va da sé che una disposizione del genere fa un gran baccano in una città dove il trasporto pubblico non è neppure tra i più efficienti. Le limitazioni al traffico sarebbero previste dal 1 novembre per le autovetture alimentate a gasolio Euro 4, i veicoli commerciali N1, N2, N3 alimentati a gasolio Euro 4 e i ciclomotori alimentati a gasolio Euro 3. Le restrizioni saranno estese anche ai veicoli alimentati a gasolio Euro 5 e ai veicoli commerciali N1, N2, N3 alimentati a gasolio Euro 5 a partire dal 1 novembre 2024.
Non solo un problema di circolazione per chi non può permettersi una vettura di ultima generazione, ma anche una beffa al portafoglio, visto il poco tempo nel quale la nuova ZTL dovrebbe entrare in vigore.
Il sindaco Gualtieri ha provato a sedare le proteste spiegando che si tratta di una delibera del 2019, mai messa in atto da Virginia Raggi (ma ora al vaglio del primo cittadino attuale) e messa in atto a causa delle norme regionali sulla qualità dell’aria.
Resta il malcontento dei romani che hanno già iniziato a protestare, in strada e sul web: una petizione è già vicina alle 100mila firme e un corteo si è riunito ieri in Campidoglio: “Caro assessore Patane’, l’auto nuova compracela te” si legge su uno degli striscioni, mentre un altro recita: “Gualtieri cala l’asso e ritira questa folle Ztl”. E ancora: “Gualtieri non puoi ghettizzare i romani”.
“Un provvedimento orribile“, commenta il Prof. Enrico Michetti, esperto di diritto amministrativo e avversario di Gualtieri alle scorse comunali.
“Un provvedimento dettato da lobby e multinazionali. Che poi guardate la manifesta illogicità: lo sbandierano come tutela dell’ambiente e poi fanno l’inceneritore? Ma allora questo provvedimento puoi anche non farlo: bruciare la plastica è diossina. Il problema è che, tanto l’inceneritore, quanto la ZTL, li vogliono le grandi multinazionali che producono macchine e – ancora – inceneritori. C’è poco da fare“.
Ascoltate il suo commento in diretta.
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