“Vattene!” Così hanno urlato in piazza senza perifrasi edulcoranti a Bologna i lavoratori contro Elly Schlein. In un ritrovo di sindacati e lavoratori, in una delle città più sensibili da sempre al tema del lavoro come Bologna, è comparsa anche Elly Schlein, il presidente del Partito Democratico. L’espressione massima di quella sinistra cool neoliberale che nulla ha più a che spartire con il mondo del lavoro e delle classi lavoratrici e che anzi, ogni qualvolta negli ultimi trent’anni si è trovata al governo, è stata ancor più solerte delle destre stesse, nel massacrare spietatamente i lavoratori a colpi di riforme de emancipative. Proprio così.
La sinistra fucsia oggi è espressione del capitale, non meno della destra bluette. E il capitale, anzi, in molti casi sembra preferire rivolgersi alla sinistra che alla destra, non foss’altro che per il fatto che le riforme del capitale, se fatte da destra, appaiono immediatamente per quello che sono. Se a farle è la sinistra, è come se potessero vantare una loro legittimità presso i lavoratori, perché sono pur sempre fatte da quella parte. Lo disse peraltro Gianni Agnelli: “La sinistra continua a torto a essere da molti identificata come la parte del lavoro, verrà forse il tempo in cui per fare le nostre riforme di destra dovremo rivolgerci precipuamente alla sinistra?”
Ebbene, i lavoratori che hanno urlato in piazza a Bologna contro Elly Schlein, forse, sottolineo forse, si iniziano a rendere conto che la destra bluette neoliberale e la sinistra fucsia neoliberale sono le due braccia del mostro, le due ali dell’aquila turbo capitalistica, quell’aquila che dall’alto massacra in basso i lavoratori con il giuoco dell’alternanza senza alternativa.
Un’alternanza che non rende possibile l’alternativa, ma che primariamente la neutralizza e che di più fa apparire plurale un mondo politico che in realtà è monopolistico, gestito dal capitale grazie anche alla finzione dell’alternanza senza alternativa di destra e sinistra. Chissà, forse davvero i lavoratori iniziano ad aprire gli occhi e a capire che destra e sinistra sono oggi egualmente nemici dell’interesse dei lavoratori e salatissimi amici dell’interesse del padronato cosmopolitico. Che lo sia la destra è cosa ovvia e scontata. Tutti dovrebbero saperlo.
La destra da sempre rappresenta la difesa dell’interesse del capitale contro il lavoro, ma egualmente lo è oggi anche la sinistra. Ecco, questa è la novità degli ultimi trent’anni. Una novità di cui troppi ancora purtroppo, non sono consapevoli. Destra neoliberale e sinistra neoliberale inscenano oggi un teatro in cui vince sempre e comunque l’ordine neoliberale stesso, poco importa se nella variante di destra o in quella di sinistra. Quella di sinistra appare ancor più deplorevole per molti versi, non foss’altro che per il fatto che ha tradito completamente le classi lavoratrici di cui un tempo era espressione e difesa.
Il fatto che i lavoratori abbiano detto senza perifrasi edulcoranti: “Elly Schlein Vattene!” proprio come lo avrebbero detto se ci fosse stata Giorgia Meloni, è un buon segnale dopotutto. Un segnale che ci aiuta a capire come forse non tutto è perduto e come si danno ancora possibilità concrete di redenzione rispetto a un ordine neoliberale che vince nella misura in cui riesce a imporre le sue mappe dall’alto anche al basso, che tutto l’interesse ha in effetti a respingerle.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano