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Tanta moda e pochi diritti, le parole di Elly Schlein sembrano uscite da una commedia televisiva

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Quelle che sto per leggervi e poi per commentarvi non sono parole tirate fuori da chi sa quale surreale dialogo fumettistico o magari da qualche commedia televisiva. No, sono direttamente le parole pronunziate da Elly Schlein, presidente del Partito Democratico, ossia del Partito che idealmente dovrebbe essere erede del Partito Comunista. Queste le parole di Elly Schlein: “Ci piace portare diciamo, insieme ai nostri amministratori, il PD verso un futuro che, grazie anche alle nuove norme europee, sempre di più investa e costruisca dei cicli positivi, diciamo della Circolarità uscendo dal modello lineare, è questo il tema“. Niente da fare, appare indubbiamente più credibile sul piano politico, quando parla di moda e di personal shopper su Vogue.

Possiamo ben dire che per quanto paradossale la vicenda dell’intervista rilasciata a Vogue, nella quale intervista si parlava oltretutto di armocromia e di stile del vestire affidato peraltro a una lautamente remunerata personal Shopper ebbene, quando parlava di quei temi e Schlein appariva indubbiamente più credibile politicamente di quando non parla di temi, stricto sensu, politici. E allora possiamo asserire ragionevolmente, che qualcosa deve essere andato decisamente storto nella traiettoria politica che conduce dal glorioso Partito Comunista di Antonio Gramsci, di Palmiro Togliatti, in lotta contro il capitale per l’emancipazione del lavoro, alla New Left Capitalistica e arcobalenica di Elly Schlein.

Se il partito di Togliatti e di Gramsci si batteva per il riscatto delle classi lavoratrici e per i ceti nazionali popolari, ebbene la New Left Arcobalenica di Elly Schlein continua a porsi come il fronte avanzato della modernizzazione turbocapitalistica e Neoliberale. Vi fu un tempo in cui la Sinistra si identificava gloriosamente nella falce e nel martello simbolo del lavoro, simbolo diremmo gramscianamente dell’unione fra le classi lavoratrici agrarie e le classi lavoratrici industriali e urbane. Ebbene oggi la Sinistra, grazie a quella che Luca Ricolfi ha definito nel suo libro “La mutazione” e che io personalmente amo appellare la metamorfosi kafchiana ha ripudiato integralmente i simboli del lavoro.

Più in generale, possiamo asserire che la Sinistra ha abbandonato, per non dire tradito, le classi lavoratrici e i ceti nazionali popolari e lo ha fatto aderendo integralmente al ritmo della Globalizzazione Neoliberale, della quale Globalizzazione Neoliberale la sinistra è giusta appunto divenuta guardia. Paiono completamente fuori dal radar i diritti del lavoro e le esigenze fondamentali dei ceti nazionali popolari, si è attuato un vero e proprio divorzio integrale e irreparabile tra la Sinistra e il popolo. La sinistra Neoliberale, di cui Elly Schlein è punto di riferimento ineludibile, risulta del tutto incapace di parlare, financo di intendere il linguaggio dei ceti popolari, vale a dire del “Popolo degli Abissi”, come mi piace chiamarlo con Jack London. Ecco perché, una volta di più per riprendere le sempre importanti parole di Costanzo Preve, se la Sinistra smette di interessarsi a Gramsci, dobbiamo smettere di interessarci alla Sinistra, la quale Sinistra oggi non può essere la soluzione per il semplice fatto che essa è parte integrante del problema.

RadioAttività con Diego Fusaro.

Diego Fusaro

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