“L’acido retinoico sta diventando un elemento cardine“. Lo notò Luigi Di Bella, lo conferma Giuseppe e gli oltre 60mila studi depositati sulle banche dati.
Il problema ora sta nel divulgarli e contrastare quel bias che si è creato anche nella classe medica a partire dal 1997. Fu lì che iniziò un calvario per la Terapia antitumore sulla base di una sperimentazione che il British Medical Journal definì senza mezzi termini “immorale”.
Giuseppe Di Bella continua però i suoi studi, e ora in particolare è la vitaminologia a finire sotto la lente d’ingrandimento.
“Si tratta di un asso importante dell’immunità, insieme con gli altri retinoidi, al punto tale che c’è la divisione dell’immunità. Da una parte sulla presenza di altri retinoidi, dall’altra sulla deplezione di questi ultimi“.
Una possibile conquista in ambito medico che potrebbe portare ancor più avanti le intuizioni del Dottor Luigi Di Bella.
Intuizioni che il prossimo 10 giugno potranno trovare ampio spazio di domande nel webinar aperto a medici e pazienti.
Il ruolo di questi elementi, spiega il dottore, sarebbe determinante a livello antinfettivo, a livello antitumorale, antiossidante ed antinvecchiamento.
Si propone dunque una vera e propria “revisione della letteratura scientifica“. In che senso?
Si cambia il criterio d’impiego, le indicazioni delle vitamine, le possibilità di terapia che ci danno, i dosaggi da praticare. “Praticamente cambia il concetto precedente biochimico vitale. Cos’era? Io di questa vitamina ho bisogno di questi milligrammi al giorno. Concetto completamente diverso adesso, perché io impiego in determinate patologie dei dosaggi assolutamente diversi. E queste vitamine hanno grandi margini di maneggevolezza per ottenere dei risultati precisi in specifiche condizioni“.
La spiegazione
“Se oggi voi fate una ricerca sulla maggiore banca dati mondiale, pubmed.gov, e digitate ‘retinoide’, le pubblicazioni sono arrivate a 60mila. Il meccanismo d’azione e il risultato clinico dei retinoidi sono anche nel nostro sito.
Siccome il dato ancora non è valorizzato in terapia molti medici sono contrari, perché non conoscono questi dati.
Per cui uno dei motivi e uno dei fini di questo webinar è mettere a conoscenza di questi dati.
E la revisione si deve servire di un certo impegno perché ci vuole una sintesi, ci vuole un’elaborazione dei dati da studiare bene.
Serve collaborazione nello studiare i meccanismi d’azione a livello clinico e biomolecolare.
I dati sono sicuri ormai, non sono contestabili. Gli oncologi sono i primi diretti interessati.
Possono verificare che esiste un procedimento logico, un procedimento razionale, una base chimica, biochimica e molecolare per cui determinate molecole, che fino ad ora non sono state valorizzate, andrebbero valorizzate.
E questo ovviamente nell’interesse del paziente.
Abbiamo pubblicato sulle Banche dati risultati interessanti sui sarcomi, sui tumori cerebrali.
Perché è interessante? C’è stata una percentuale di casi di sopravvivenza paragonati a quelli dell’oncologia tratti dal National Cancer Institute che ci danno buoni risultati.
Mio padre era impressionato da queste intuizioni, da questa armonia di queste disponibilità che andrebbero studiate e valorizzate.
Per esempio nella vitamina E sta emergendo un effetto ‘epigenetico’. Cosa vuol dire?
Io non posso cambiare il Dna. Però alcune parti, alcuni geni, li posso mettere in condizione di ‘funzionare‘, oppure di essere repressi.
Uno degli elementi più interessanti di questa revisione che abbiamo fatto, e che io porterò ai colleghi, è questa capacità epigenetica che va ad attivare dei geni che riparano il Dna, lo riordinano”.
Qui l’intervista integrale del Dott. Di Bella.