Andrea Agnelli ricorre al Tar.
L’inchiesta plusvalenze si era conclusa non benissimo per la Juventus: 10 i punti di penalizzazione in campionato, che hanno confinato la squadra in Conference League. L’altro filone invece, quello degli stipendi, era finito nel patteggiamento, con una somma di circa 718 mila euro. Il Tribunale non ha risparmiato neanche l’ex Presidente bianconero: due gli anni di squalifica inflitti per il caso plusvalenze.
La scadenza per presentare appello alla giustizia amministrativa scadeva ieri, proprio quando Agnelli ha decretato l’inizio del ricorso al tar del Lazio. Nessun patteggiamento dunque, a differenza della squadra, visto che la condizione del patteggiamento era proprio quella di non presentare ricorsi.
“La sua decisione per fini risarcitori – spiega l’avvocato Roberto Afeltra – è una decisione molto giusta, specialmente all’esito della Corte d’appello federale, con la quale è caduto il velo del giudicato. La situazione di Agnelli non è a livello della questione sportiva, ripetiamo.
Il Tar ripeterà quello che ha detto a marzo, cioè che quell’atto inziale è procedimentale e che il giudizio sportivo è nullo.
Ne sono convinto, me ne assumo le responsabilità. Si vedrà poi in sede di risarcimento.
Agnelli seguirà lo stesso percorso di Giraudo (Presidente della Juventus ai tempi di Calciopoli, ndr) che oggi è arrivato in Europa.
Il problema fondamentale è che se Giraudo vince in Europa, a quel punto il problema si pone: il giudicato europeo va a incidere totalmente. La federazione potrebbe essere chiamata a rispondere pesantemente di un errore che si è fatto anche con Agnelli, ovvero la modifica del giudice naturale“.