Silvio Berlusconi è scomparso oggi all’età di 86 anni.
La morte del Caveliere segna definitivamente la fine di un’epoca storica molto ampia nella storia del Paese, non solo a livello politico ed economico, ma anche a livello calcistico. Per 31 anni ha rivestito il ruolo di Presidente del Milan, con il quale ha fatto la storia tra gli anni ’80 e ’90. In totale l’ex Premier ha collezionato 29 trofei, tra cui la bellezza di 5 Champions League.
E se i trofei sono tanti, lo sono anche i campioni passati sotto la sua presidenza: da Gullit a Van Basten, da Shevchenko a Kakà.
In queste ore molti tra i personaggi più vicini a lui si sono riuniti nel generale ricordo della sua persona e di quelle che erano le sue qualità.
Tra questi anche Filippo Galli, difensore rossonero dal 1983 al 1996.
“Quando è arrivato siamo rimasti tutti un po’ allibiti” – racconta in diretta a Lavori in Corso – “Perché diceva: ‘Dovremo arrivare sul tetto del mondo, vincere in Italia ed in Europa’. Quindi ci siamo guardati un po’ così.
Però quello che portava lui era quella sua grande capacità di motivare, la sua grande capacità di arrivare alle persone, quella capacità comunicativa. Ha fatto investimenti importanti, sia a livello di giocatori molto forti che a livello di allenatore: ha preso Arrigo Sacchi, una scelta coraggiosa e controtendenza. Voleva fare tutto, anche l’allenatore: era molto partecipativo, sempre presente.
E noi lo abbiamo vissuto sempre in maniera positiva. Ci fu una grande attenzione da parte sua: venivamo da un momento di difficoltà con la proprietà precedente. Noi calciatori gli abbiamo sempre voluto bene: è stato uno di noi, era sempre al nostro fianco“.