Con la morte di Berlusconi il trono di Forza Italia è rimasto vacante. Un partito che è stato fondato totalmente sulla sua figura e immagine, adesso sarà costretto necessariamente a trovare un nuovo leader per non soccombere. Il bacino elettorale non è più quello di una volta, però con il suo 8,3% alle politiche ha ancora un peso sia sul governo sia sulla politica nostrana. L’eredità del Cavaliere a questo punto rimane un’incognita, ma c’è una figura fuori dal partito che potrebbe farsi avanti.
Non mancano previsioni più che infauste, come quella di Giuliano Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia e ispiratore della prima fase, poi critico inflessibile di Silvio Berlusconi: “Forza Italia è un partito di maggiordomi senza un successore. Ora non ha un futuro”.
Che i forzisti siano destinati a essere inglobati dalla maggioranza meloniana? Francesco Borgonovo lo ha chiesto al direttore responsabile de Il Riformista Andrea Ruggieri.
Le analogie con Renzi
“Frequentando Matteo Renzi e avendo frequentato per tanti anni di più Berlusconi da molto vicino, delle somiglianze ci sono. Sono testimone diretto del fatto che Berlusconi lo considerasse abbastanza fine a se stesso e stimasse il talento politico e comunicativo. Tante volte ci trovavamo a commentare positivamente la capacità di Matteo Renzi di fare televisione, di parlare alla gente. Un elettore di Forza Italia come me, che ha votato Forza Italia per tanti anni non ritiene Matteo Renzi un marziano. È stato un Presidente del Consiglio liberale che ha fatto il Jobsact, abolito l’Articolo 18, faceva la decontribuzione sulle nuove assunzioni dei giovani. Tutte cose che erano nel programma elettorale di Forza Italia o l’abolizione dell’Imu che lui dovette abolire dopo che l’aveva reintrodotta Mario Monti. La collocazione internazionale dell’Italia, saldamente nell’occidente, le riforme istituzionali che entrambe puntavano alla creazione di una sola camera, anziché due, abolendo il Senato. La giustizia riformista con Matteo Renzi si fonda su quello, sul garantismo e obiettivamente dimostra che c’era un terreno comune“.
Sul declino di Forza Italia
“Fossi stato in Urbani, che è stato un grandissimo personaggio per Forza Italia avrei atteso almeno qualche giorno per fare un’uscita del genere. Poi Forza Italia ha colorato e colora tutt’ora molti altri partiti: pensate alla Santanchè, a Crosetto, a Fitto, alla stessa Meloni, fatta Ministro molto giovane. Sono tutti figli politici di Berlusconi.
Quando tu parli con Antonio Martino, Giuliano Ferrara e finisci circondato da persone che non gli assomigliano nemmeno un po’, che non potrebbe nemmeno parcheggiargli la macchina, c’è qualcosa di distorto non da parte di Berlusconi, a cui non potevi chiedere di governare il partito minuto per minuto, ma da chi avrebbe dovuto farlo in nome suo“.