L’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha governato il calcio Italiano ed Europeo per trent’anni. Sulla cresta dell’onda con il suo Milan negli anni 80 e 90, ha fatto la storia ed emozionato milioni di tifosi. Tra acquisti faraonici e prestazioni incredibili, nel giorno della sua morte è giusto rendergli omaggio raccontando la sua storia, la storia del suo calcio.
Gli inizi
Il 20 febbraio 1986 Berlusconi salva il Milan dal fallimento diventandone proprietario e saldando i debiti pregressi, al suo fianco come amministratore delegato, l’amico di sempre Adriano Galliani, che lo accompagnerà fino alla fine. Il primo acquisto della gestione Berlusconi è il giovane e talentuoso Roberto Donadoni. Le prime due stagioni vedono un Milan in ricostruzione che porrà le basi per un ciclo vincente. Ma è dalla stagione 87-88 che i rossoneri cambiano faccia.
Il Calcio totale di Arrigo Sacchi
Alla guida della squadra la scelta del patron Berlusconi ricade su Arrigo Sacchi, a centrocampo viene prelevato Carletto Ancelotti che ne diventerà il riferimento principale. In attacco arrivano gli olandesi: l’ala destra Ruud Gullit e il centravanti Marcel Van Basten, espressione perfetta di quel Calcio totale che negli anni a seguire dominerà tutta Europa. È proprio in questa stagione che il Milan realizza un’incredibile rimonta in classifica e si aggiudica l’11° scudetto della sua storia. Nella stagione 88-89 si compone il trio storico olandese con l’arrivo del centrocampista Frank Rijkaard. Il trio abbatte lo Steaua Bucarest 4 a 0 e conquista la terza Coppa Campioni della sua storia. L’anno dopo si ripete e porta a casa nuovamente la coppa, battendo il Benfica per 1 a 0. Alla fine della stagione 90-91, Sacchi lascia la squadra per diventare commissario tecnico della nazionale. Chiude così un ciclo vincente che vede portare a Milano: 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe Uefa e 2 Supercoppe Intercontinentali, in Italia invece 1 Scudetto e 1 Supercoppa.
I record di Fabio Capello
Il giovane allenatore friulano viene scelto da Berlusconi nell’estate del 91 per guidare la squadra al posto del vincente Sacchi. Giudicato inizialmente come un’incognita con quasi nessuna grande esperienza alle spalle, Capello inaugurò una serie incredibile di vittorie che portò il Milan, fra il 1991 e il 1996, a vincere ben 4 scudetti, 1 Champions League e a combattere in altre due finali della stessa competizione. Tra gli acquisti faraonici messi a segno in questi anni vengono registrati nomi del calibro di Roberto Baggio, George Weah, Gianluigi Lentini, Christian Panucci, Marcel Desailly, Dejan Savićević e Zvonimir Boban.
Fine anni 90
Con l’addio di Capello alla squadra nel 1996, la squadra vede la fine di un ciclo e si ritrova in una serie di risultati negativi: le due stagioni seguenti la vide portare a casa solo una Coppa Italia, con prestazioni scadenti sia in Campionato che in Europa. Berlusconi allora decide di assumere Alberto Zaccheroni per rivitalizzare la squadra. La scelta è azzeccata e il Milan vince così nella stagione 98-99 il suo sedicesimo scudetto.
Il nuovo millennio
Il 5 novembre 2001 viene scelto Carlo Ancelotti per guidare il Milan. La prima stagione è di assestamento per i rossoneri con un 4° posto conquistato e la possibilità di tornare in Champions. L’anno dopo vince la prima finale tutta italiana di UEFA Champions League contro la Juventus e riporta in rossonero la Coppa Italia, ma in campionato finisce al terzo posto. Una delle sue più grandi intuizioni fu lo spostamento di Andrea Pirlo da trequartista a regista di centrocampo, che portò risultati incredibili sia per il club che per la nazionale. L’era di Ancelotti al Milan si conclude nel 2009, dopo 8 stagioni con uno dei palmarès più importanti della storia del calcio.
Gli ultimi anni di Berlusconi al Milan, prima della cessione della società, lo videro sollevare il 18° scudetto sotto la gestione Allegri e un’altra Supercoppa Italiana.
Al Monza
Nonostante la non più giovane età, Berlusconi e Galliani tornano alla gestione di una squadra di calcio con l’acquista del Monza nel 2018. La fortunata gestione dei due, vede riportare la squadra in serie A partendo dalle categorie minori. Il Monza si classifica all’incredibile 11° posto al suo primo anno nella massima serie.
Andrea Mascellani