L’Ucraina deve vincere a tutti i costi, di nuovo.
Alla lista degli oppositori del “pareggio confuso“, si aggiunge Mario Draghi, ex Premier e candidato alla segreteria della Nato.
Parlando al Mit di Boston, Draghi ha confermato quella che sembra essere la tendenza del mondo UE nei confronti della situazione bellica in Ucraina. “Putin deve perdere” è ormai il mantra di tanti, con Stoltenberg, segretario Nato, come principale promotore dell’approccio dimostrato in questi mesi. In aggiunta agli altri, Draghi ha però parlato anche di “pareggio confuso”, con tanto di accenno alla seconda guerra mondiale.
Secondo l’ex Premier sarebbe inaccettabile arrivare ad una situazione che non preveda la netta sconfitta russa.
Soprattutto perché “era un colpo intenzionale all’UE”. “Accettare una vittoria russa o un pareggio confuso – ha detto Draghi – indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l’Ue è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è“.
In occasione di dichiarazioni come quelle di Draghi, è necessario allora, secondo Tomaso Montanari, ripescare alcune citazioni.
In particolare quella di don Lorenzo Milani. “Siamo pienamente consapevoli del fatto che questa guerra, se viene scatenata, diventerà sin dalla primissima ora una guerra termonucleare e una guerra mondiale. Ciò per noi è perfettamente ovvio.
Siamo dunque tragicamente nel reale. Allora la guerra difensiva non esiste più.
Allora non esiste più una ‘guerra giusta’ né per la Chiesa né per la Costituzione“.
“Con le parole di Draghi pare che in questo momento ci si divida fra chi parla di pace e chi parla di vittoria” – commenta lo storico dell’arte intervenuto ai nostri microfoni. “Chi parla di vittoria intende una netta vittoria dell’occidente, ma si tratta di una guerra tra due potenze atomiche. Ma tra due potenze nucleari non c’è la vittoria, c’è la fine di tutti. Draghi è tutto il contrario di un vecchio saggio“.
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