Ebbene sì, anche il prode Massimo Gramellini lascia la Rai dopo Fabio Fazio prima e Lucia Annunziata dopo. E adesso è il turno di un altro ditirambo, cantore della globalizzazione neoliberale e del nuovo ordine mentale di completamento del diagramma dei rapporti di forza turbo capitalistici. Anche Gramellini abbandona la Rai. Il suo abbandono viene anche in questo caso presentato quasi come un eroico gesto di martirio, come se si trattasse, in fondo della scelta coraggiosa di chi, per rimanere con la schiena dritta, fedele alle proprie idee, abbandona un campo che ormai gli è avverso. Come Lucia Annunziata che ha detto di abbandonare la Rai dacché si trova ormai del tutto discorde rispetto alle posizioni del governo della destra blu et neoliberale. Qualcosa di analogo viene detto anche in relazione alla transizione di Massimo Gramellini al di fuori della Rai. Intanto, da quel che risulta leggendo i giornali più venduti d’Italia, Gramellini semplicemente cambia luogo di lavoro, giacché passa direttamente a un’altra rete, La7. Anche in questo caso, naturalmente, regnerà sovrana la mestizia negli italiani, immagino, per il fatto che essi perdono un altro programma, notoriamente caratterizzato dal marcato pluralismo, da un pluralismo ove trovavano spazio, senza eccezioni, tutte le posizioni possibili, a patto che fossero allineate con l’ordine mentale politicamente corretto di completamento della globalizzazione neoliberale. Devo ricordare a questo riguardo uno spiacevole episodio personale. Quando venni invitato in quella trasmissione condotta da Gramellini, venni trattato di fatto secondo la modalità detta del pestaggio all’americana, dove tutti gli ospiti, Mentana compreso, si accaniscono contro di me. Con olimpica compostezza rimasi imperterrito a portare avanti le mie ragioni fintanto che, evidentemente, non riuscendo a confutarle come volevano, dovettero spegnermi il collegamento.
Trovate tutto ancora disponibile su YouTube. Gramellini poi, in privato disse che mi avrebbe richiamato in tempi rapidi. Ma quella chiamata a distanza di anni, naturalmente non è mai giunta. Chi ancora non si sia liberato dalla televisione e per quel che può valere, lo esorto a farlo il prima possibile. Si troverà ora, probabilmente, a dire il vero, in una condizione di gioia e di mestizia, di gioia, dacché non vedrà più sulla Rai il programma di globalizzazione accelerata condotto da Gramellini. E di mestizia, poiché lo ritroverà, penso, tale e quale su La7. Con ogni probabilità Gramellini, infatti, seguiterà imperterrito sulla nuova rete a impartire le sue lezioncine di politicamente corretto e di globalizzazione accelerata che qualcuno, come nel caso di Fabio Fazio, ha pure il coraggio di etichettare sotto la voce programma culturale. Non ce ne stupiamo davvero se consideriamo il fatto che la televisione e il potere in salotto, come diceva Baudrillard, e che di più i giornalisti e il circo mediatico svolgono in massima parte la funzione di organizzatori del consenso a beneficio dell’oligarchia plutocratica neoliberale. Il loro obiettivo, in fondo, per dirla platonicamente, è fare sì che gli internati dell’antro, anziché essere animati dal desiderio di fuga verso migliori libertà, amino le proprie catene e si battano unicamente contro tutto ciò che possa eventualmente spezzarle.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano